L’IVA agevolata al 10% secondo la nuova guida 2018 per le ristrutturazioni

Articolo IVA 10 Sportello Energia FVG

Sulle prestazioni di servizi relativi a interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria realizzate sulle unità immobiliari abitative è previsto un regime agevolato che consiste nell’applicazione dell’IVA ridotta al 10%.
Anche la cessione di beni resta assoggettata all’aliquota ridotta, ma solo se la relativa fornitura è posta in essere nell’ambito del contratto di appalto.
Tuttavia sui beni significativi l’aliquota agevolata del 10% si applica solo sulla differenza tra il valore complessivo della prestazione e quello dei beni stessi.
I beni significativi sono:
– ascensori e montacarichi
– infissi esterni e interni
– caldaie
– video citofoni
– apparecchiature di condizionamento e riciclo dell’aria
– sanitari e rubinetteria da bagni
– impianti di sicurezza

La legge di bilancio 2018 fornisce un’interpretazione della norma che prevede l’aliquota Iva agevolata al 10% per i beni significativi, spiegando come individuare correttamente il loro valore quando con l’intervento vengono forniti anche componenti e parti staccate degli stessi beni (si pensi, per esempio, alle tapparelle e ai materiali di consumo utilizzati in fase di montaggio di un infisso). In particolare, viene precisato che la determinazione del valore va effettuata sulla base dell’autonomia funzionale delle parti staccate rispetto al manufatto principale. In sostanza, come l’Agenzia delle Entrate aveva già spiegato nella circolare n. 12/E del 2016, in presenza di questa autonomia i componenti o le parti staccate non devono essere ricompresi nel valore del bene ma in quello della prestazione (e quindi assoggettati ad aliquota Iva ridotta del 10%). Al contrario, devono confluire nel valore dei beni significativi e non in quello della prestazione se costituiscono parte integrante del bene, concorrendo alla sua normale funzionalità. La stessa legge di bilancio ha previsto, inoltre, che la fattura emessa da chi realizza l’intervento deve specificare, oltre all’oggetto della prestazione, anche il valore dei “beni significativi” forniti con lo stesso intervento.

Non si può applicare l’IVA agevolata del 10% a:
– materiali o beni forniti da un soggetto diverso da quello che esegue i lavori;
– materiali o beni acquistati direttamente dal committente;
– prestazioni professionali;
– prestazioni di servizi resi in esecuzione di subappalti alla ditta esecutrice dei lavori.

 Per tutti gli altri interventi di recupero edilizio è sempre prevista, senza alcuna data di scadenza, l’applicazione dell’aliquota IVA del 10%.
Si tratta in particolare:
– delle prestazioni di servizi dipendenti da contratti di appalto o d’opera relativi alla realizzazione degli interventi di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione;
– dell’ acquisto di beni, con esclusione di materie prime e semilavorati, forniti per la realizzazione degli stessi interventi di restauro, risanamento conservativo e di ristrutturazione;
– alle forniture dei cosiddetti beni finiti, vale a dire quei beni che, benché incorporati nella costruzione, conservano la propria individualità (per esempio porte, infissi esterni, sanitari, caldaie, eccetera).
L’agevolazione spetta sia quando l’acquisto è fatto direttamente dal committente dei lavori sia quando ad acquistare i beni è la ditta o il prestatore d’opera che li esegue.

Per la normativa aggiornata fare riferimento al sito:
https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/agenzia/agenzia-comunica/prodotti-editoriali/guide-fiscali/agenzia-informa

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Home and Building Automation: perché la domotica permette di risparmiare dal punto di vista energetico

Building automation Sportello Energia FVG

Home and Building Automation è più conosciuta in Italia come domotica, termine che deriva dall’insieme della parola latina domus (casa) e robotica (disciplina dell’ingegneria che si occupa di studiare i metodi che permettono ad una macchina di realizzare il lavoro umano).
La domotica è quindi la scienza che si occupa delle applicazioni dell’informatica e dell’elettronica all’abitazione.
Si potrebbe anche tradurre come lo sviluppo di tutte quelle tecnologie mirate a migliorare la qualità della vita in tutti i luoghi abitati. Se si parla di Home Automation si fa riferimento alla singola abitazione, se si parla di Building Automation si fa riferimento agli edifici non residenziali, come scuole, ospedali, uffici.
E’ difficile darne una definizione precisa, di seguito si cercherà di spiegare in cosa consiste e perché è vantaggioso il suo utilizzo dal punto di vista del risparmio energetico e non solo.
Nella vita quotidiana siamo sempre più attenti a non sprecare inutilmente energia; primo perché possiamo così risparmiare in bolletta; secondo perchè siamo sempre più sensibili al tema del rispetto per l’ambiente, per cui l’energia risparmiata significa meno inquinamento prodotto in ambiente.
Così se non utilizziamo la luce in una stanza la spegniamo, chiudiamo il rubinetto mentre ci laviamo i denti, spegniamo il condizionatore quando siamo fuori casa. Sono tutti gesti che compiamo noi manualmente.
La domotica ci permette di automatizzare le funzioni degli impianti presenti in una casa ottimizzandone le prestazioni per aumentare i livelli di vivibilità, di comfort e di sicurezza all’interno degli ambienti.
Un esempio che ci può far capire al meglio l’applicazione della domotica è il controllo della climatizzazione dell’abitazione.
E’ costituito da sonde interne, sonde esterne, servocomandi e da una centralina di controllo. I dati rilevati dalle sonde (temperatura, umidità, concentrazione di CO2) sono rielaborati dalla centralina che gestisce i servocomandi di elettropompe, bruciatori, elettrovalvole, in modo tale che negli ambienti interni della casa si mantengano i parametri di comfort prestabiliti, anche suddividendo diverse zone. L’utente finale potrà interagire con il sistema mediante pannelli, dove potrà impostare la temperatura ambiente a proprio piacimento o accendere/spegnere l’impianto. Tutto il sistema è pensato per essere completamente automatizzato.
I vantaggi che si ottengono non sono solo il maggior comfort e una maggiore vivibilità, ma anche il risparmio energetico. L’impianto di climatizzazione infatti è quello maggiormente energivoro e quindi la sua gestione e il suo controllo sono fondamentali per avere un funzionamento e una resa ottimale, in base alle condizioni d’uso che potrebbero mutare.
Nota fondamentale e caratteristica principe dei sistemi automatizzati moderni è la possibilità di essere controllati da remoto via web, permettendo non solo di rilevare i dati di funzionamento e di rilevare eventuali malfunzionamenti, ma anche di regolare i parametri.
Altro esempio sempre “casalingo”, ma che può essere ampliato anche agli edifici non residenziali o comunque di dimensioni maggiori, è il controllo automatizzato delle tapparelle. Sempre tramite delle sonde e dei servocomandi, la centralina di controllo apre, chiude o orienta le tapparelle in base all’irraggiamento presente e alla temperatura interna, permettendo di sfruttare in maniera ottimale la luce solare. Si evita quindi il surriscaldamento nella stagione estiva e si ha l’apporto solare ottimale nella stagione invernale; ovviamente l’automatizzazione si regola anche in base alla diversa incidenza dei raggi solari nell’arco della giornata.
Questo sistema diventa fondamentale se non necessario per i grandi edifici ad uso non residenziale, dove il Building automation rappresenta uno strumento indispensabile per la gestione di tutti gli impianti tecnologici. Rispetto ad un’abitazione infatti ci sono molte più variabili da gestire, perché ad esempio la destinazione d’uso può variare oppure l’affollamento e quindi il controllo da remoto permette di riconfigurare i parametri in maniera ottimale.

L’Europa ha voluto dare una spinta all’efficienza energetica e ai sistemi di Home and Building Automation; infatti nell’articolo 8 della Direttiva 2010/31/CE si legge: “Gli Stati membri promuovono l’introduzione di sistemi di misurazione intelligenti quando un edificio è in fase di costruzione o è oggetto di una ristrutturazione importante (…) Gli Stati membri possono inoltre promuovere, se del caso, l’installazione di sistemi di controllo attivo come i sistemi di automazione, controllo e monitoraggio finalizzati al risparmio energetico.”

A livello nazionale, il decreto ministeriale “Requisiti minimi” del 26/06/2015, per edifici ad uso non residenziale, nel caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni importanti, ha richiesto un livello minimo di automazione, corrispondente alla classe B (definita dalla norma UNI EN 15232), per il controllo, la regolazione e la gestione delle tecnologie dell’edificio e degli impianti termici.

Per i privati e le imprese è prevista l’incentivazione tramite l’Ecobonus 2017 per i dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti termici; in particolare si parla di dispositivi che permettano la gestione automatica personalizzata degli impianti di riscaldamento o di produzione di acqua calda sanitaria o di climatizzazione estiva, compreso il loro controllo da remoto con canali multimediali; i dispositivi devono mostrare i consumi energetici, le condizioni di funzionamento correnti e la temperatura di regolazione degli impianti, consentire l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli impianti da remoto.
Per la pubblica amministrazione, il Conto Termico 2.0 prevede degli incentivi per il Building Automation.
L’intervento incentivabile consiste nell’ installazione di tecnologie di gestione e controllo automatico degli impianti termici ed elettrici degli edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari esistenti di qualsiasi categoria catastale, dotati di impianto di climatizzazione, compresa l’installazione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore. In particolare sono contemplati i seguenti servizi: riscaldamento, raffrescamento, ventilazione e condizionamento, produzione di acqua calda sanitaria, illuminazione, controllo integrato delle diverse applicazioni, diagnostica e rilevamento consumi.

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Efficientamento energetico di una scuola elementare, il Conto Termico per la Pubblica Amministrazione

Il caso pratico di cui parliamo oggi è uno dei casi presentati come best practice dal GSE. Nello specifico analizzeremo come la Pubblica Amministrazione di Villanova d’Asti ha reso più efficiente una delle scuole del territorio beneficiando degli incentivi previsti dal Conto Termico, ma prima di iniziare vediamo insieme che cos’è.
Il Conto Termico è uno strumento di incentivazione per interventi di efficienza energetica e produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Il Governo italiano ha messo a disposizione 900 milioni di euro all’anno di incentivi di cui 200 sono destinati alle Pubbliche Amministrazioni.
Le richieste possono essere presentate a fine lavori attraverso la modalità dell’accesso diretto. Per le PA è anche consentito accedervi con prenotazione, il che consente di riservare gli incentivi prima dell’avvio dei lavori. In accesso diretto l’importo è erogato in un’unica soluzione, per i soggetti privati fino a 5.000 euro (dal 2016, prima il limite era solo 600 euro), mentre per le PA prescindendo dall’importo. Qualora invece si sia optato per l’accesso con prenotazione, il destinatario riceve una rata di acconto ad avvio lavori e il saldo una volta terminati.
Oggetto di intervento è stata la scuola primaria Gianni Rodari di Villanova d’Asti (Asti); questo edificio di 557m2 fu costruito nel 1965 e, come tutti gli edifici di quegli anni, risultava energeticamente poco efficiente.

Così, nel 2013, l’amministrazione locale decise di adottare una serie di misure per il risparmio energetico. Per scegliere quali fossero gli interventi migliori, l’istituto scolastico ottenne l’attestato di prestazione energetica ed effettuò la diagnosi energetica ricevendo un incentivo di 1.400 euro; infatti il Conto Termico prevede per le Pubbliche Amministrazioni la copertura, entro certi massimali, del 100% di queste prestazioni.
Gli interventi suggeriti in fase di analisi e successivamente attuati sono stati molteplici, riguardanti sia l’involucro che gli impianti. Per rendere più efficiente l’involucro edilizio, riducendo le dispersioni di calore verso l’esterno durante il periodo invernale e il suo ingresso durante quello estivo, sono stati isolati termicamente 630 m2 di pareti e 120 m2 di solai, ricevendo un incentivo di 25.000 euro a fronte di una spesa di 63.000 euro. A questo è seguita la sostituzione delle chiusure trasparenti, 33 m2, per i quali sono stati erogati 5.700 euro su 14.000 euro. Sono stati poi installati 100 m2 di schermature solari al fine di ridurre il surriscaldamento dell’edificio durante il periodo estivo a causa dell’irraggiamento solare e ridurre l’eventuale uso di climatizzatori o ventilatori; per questo intervento sono stati corrisposti 6.000 euro su 18.000 euro.
A livello impiantistico invece si è scelto di sostituire il vecchio generatore di calore con una caldaia a condensazione con potenza termica totale di 57,5 kW e installare un impianto solare termico con una superficie solare lorda di 7,5 m2, la spesa sostenuta per l’attuazione di questi due interventi è stata complessivamente di 31.500 euro dei quali 3.300 euro sono stati coperti dagli incentivi.

Con il Conto Termico previsto dal decreto 28/12/2012, l’istituto ha recuperato in tempi brevi il 32% della spesa totale sostenuta (40.000 euro su 125.500), riducendo la propria bolletta energetica e restituendo una scuola efficiente e confortevole ai suoi studenti.
Dal 31 maggio 2016, il Conto Termico è diventato 2.0 potenziando e semplificando il meccanismo di sostegno precedentemente introdotto. Oltre ad un ampliamento delle modalità di accesso e dei soggetti ammessi (sono comprese anche le società in house e le cooperative di abitanti), sono stati introdotti nuovi interventi di efficienza energetica. Le variazioni più significative riguardano anche la dimensione degli impianti ammissibili, che è stata aumentata, mentre è stata snellita la procedura di accesso diretto per gli apparecchi a catalogo. Altre novità riguardano gli incentivi stessi: è stato infatti previsto sia l’innalzamento del limite per la loro erogazione in un’unica rata (dai precedenti 600 agli attuali 5.000 euro), sia la riduzione dei tempi di pagamento che, nel nuovo meccanismo, passano da 6 a 2 mesi.
Il nuovo CT consente alle Pubbliche Amministrazioni di esercitare il loro ruolo esemplare previsto dalle direttive sull’efficienza energetica e contribuisce a costruire un “Paese più efficiente”.
Vi salutiamo con l’augurio di Christian Giordano, Sindaco di Villanova d’Asti: «Efficientare le nostre scuole è possibile e conviene. Il Conto Termico, sommato al risparmio in bolletta, ci consente di rientrare della spesa sostenuta in tempi rapidi e di beneficiare successivamente anche dei risparmi energetici. Spero che anche i miei colleghi Sindaci comprenderanno e sfrutteranno presto questa opportunità.»

Articolo tratto dalla brochure “Conto Termico nella PA, Un caso di successo: energia nuova per una scuola italiana” realizzata dal GSE, scaricabile a questo link (“Brochure best practice”).

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Il nuovo Conto Termico 2.0 per la Pubblica Amministrazione

Imm art CT per PA Sportello Energia FVG

Il nuovo Conto Termico 2.0, in vigore dal 31 maggio 2016, potenzia e semplifica il meccanismo di sostegno già introdotto dal decreto 28/12/2012, ovvero il vecchio Conto Termico, e incentiva interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.
I beneficiari sono Pubbliche Amministrazioni, imprese e privati che potranno accedere a fondi per 900 milioni di euro annui, di cui 200 destinati alle PA. Responsabile della gestione del meccanismo e dell’erogazione degli incentivi è il Gestore dei Servizi Energetici.

 

Rispetto agli altri incentivi presenti nel campo del risparmio energetico, si tratta di contributi a fondo perso.
Per la Pubblica Amministrazione oltre all’accesso diretto, c’è la possibilità dell’accesso tramite prenotazione. Infatti se si rispettano alcuni requisiti, è possibile fare richiesta di un acconto per i lavori, che può consistere nei 2/5 o nel 50% dell’importo totale dell’incentivo.
Inoltre è stato stilato un elenco di apparecchi “a catalogo” che permettono un più semplice accesso al sistema di richiesta dell’incentivazione. Questa lista è continuamente implementata dal GSE e aggiornata sul sito a questo link.

Il campo degli interventi incentivabili si è allargato rispetto al “vecchio conto”. Per la Pubblica Amministrazione è possibile finanziare interventi di piccole dimensioni per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per l’installazione di sistemi ad alta efficienza. Nello specifico si intende la sostituzione di impianti esistenti con generatori alimentati a fonti rinnovabili:
– pompe di calore, per climatizzazione anche combinata per acqua calda sanitaria;
– caldaie, stufe e termocamini a biomassa (es. pellet, legna);
– sistemi ibridi a pompa di calore;
– sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore;
– installazione di impianti solari termici anche abbinati a tecnologia solar cooling per la produzione di freddo.
Oltre a questi interventi se ne aggiungono altri, vengono infatti finanziati anche interventi per l’efficientamento dell’involucro. In particolare:
– coibentazione pareti e coperture;
– sostituzione serramenti;
– installazione schermature solari;
– trasformazione degli edifici esistenti in “NZEB (Nearly Zero Energy Building)” cioè edifici ad energia quasi zero;
Ed inoltre:
– illuminazione d’interni e delle pertinenze esterne;
– tecnologie di building automation.
Rispetto ai privati, la pubblica amministrazione può beneficiare dell’incentivo anche per la sostituzione di impianti esistenti per la climatizzazione invernale con impianti a più alta efficienza come le caldaie a condensazione.

L’incentivo copre le spese sostenute per una percentuale che varia dal 40 al 55%, fino ad arrivare al 65% per interventi NZEB e per pompe di calore, caldaie e apparecchi a biomassa, sistemi ibridi a pompe di calore e impianti solari termici. Per le Pubbliche Amministrazioni è ammessa la cumulabilità con altri incentivi in conto capitale, sia di natura statale che non statale e questo gli permette di riuscire a coprire il 100% della spesa.
Infine non è da dimenticare che anche le spese per la diagnosi energetica e l’attestato di prestazione energetica sono finanziabili al 100% per la Pubblica Amministrazione.

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5 buoni motivi per accedere agli incentivi

Gli incentivi per l’efficientamento energetico rappresentano una grande opportunità che sarebbe un peccato lasciarsi scappare. Lo Stato e la Regione Friuli Venezia Giulia hanno messo l’energia tra i programmi di sviluppo perché è uno dei mercati più floridi e rappresenta una grande finestra per innovazione  e benessere sia sociale che ambientale. Per questo, negli ultimi anni sono stati stanziati fondi da milioni di euro per una transizione a un sistema energetico più efficiente, performante e il più possibile privo di sprechi. Gli incentivi sono una delle modalità per diffondere il tema tra la popolazione e facilitarne l’implementazione. Gli incentivi quindi rappresentano uno strumento completamente a favore di pubblici e privati e di seguito vogliamo evidenziare quali sono per noi i motivi per cui non ve li dovreste perdere, ma informarvi il prima possibile.

1-DOPPIO RISPARMIO: non riceverai solo un incentivo immediato, ma risparmierai anche in futuro sulle tue bollette. Quando si accede a un incentivo per aver effettuato un intervento, non solo si beneficia degli sgravi fiscali (che di solito vanno dal 50 al 65% oppure sono a fondo perso), ma l’intervento in sé vi farà risparmiare per tutti gli anni a venire diminuendo la richiesta di energia o combustibile necessari alle vostre attività quotidiane.

2-IL GIOCO E’  BELLO QUANDO DURA POCO. Gli incentivi sono generosi ma si sa: le cose belle non durano per sempre e comunque vengono rinnovati ogni anno; quelli attuali scadono il 31 DICEMBRE 2017. Alcuni sgravi fiscali potrebbero diminuire con l’inizio del 2018, è quindi opportuno accedervi il prima possibile per evitare di perderli.

3-EFFICIENTE È BELLO: approfitta dei lavori per il risparmio energetico per mettere a nuovo la tua casa, sarà più bella ma soprattutto più efficiente.  Un comune rinnovato è indice di avanguardia e innovazione, darà lustro agli occhi di abitanti e visitatori. Un’azienda efficiente infonde fiducia e nel lungo termine attira investitori e clienti. Segui le nostre news, newsletter e social per restare sempre aggiornato sugli incentivi nazionali e regionali.

4-BENESSERE E COMFORT: efficientamento energetico significa anche migliorare la qualità della vita all’interno della casa o del luogo di lavoro. Un edificio rinnovato è più salubre e sicuro, sia che si tratti di una cucina o di un ufficio.

5-RISPETTO DELL’AMBIENTE: intervenendo dal punto di vista energetico sul tuo edificio contribuirai a diminuire le emissioni di anidride carbonica nell’ambiente. Usando energia pulita eviti di usare carburanti inquinanti. Inoltre un edificio efficiente richiede una minor quantità di energia per fare le stesse operazioni. Meno emissioni significano nel lungo termine il rallentamento dei cambiamenti climatici e la preservazione dell’ecosistema, e nel breve termine un’aria più pulita evitando di respirare particelle sottili nocive all’organismo.