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Climatizzatori, tende oscuranti and co.: gli incentivi

Clima Sportello Energia FVG

Giornate calde e afose ci ricordano che forse era il caso di installare per tempo il climatizzatore o delle tende ombreggianti o agire addirittura sull’isolamento.
In ogni caso non è mai troppo tardi per valutare che tipo di intervento eseguire con una spesa ridotta, sfruttando gli incentivi presenti.

Innanzitutto spieghiamo come l’irraggiamento solare agisce sull’abitazione.
I raggi solari riescono ad entrare all’interno dell’edificio principalmente tramite le finestre che sono superfici trasparenti. L’ideale quindi sarebbe bloccarli con delle schermature, soprattutto sui lati più esposti (Est, Sud, Ovest); queste schermature dovrebbero essere mobili per permettere invece nel periodo invernale l’apporto di calore. Per le schermature solari al momento è a disposizione la detrazione dall’Irpef per risparmio energetico che restituisce il 50% della spesa in 10 anni.
Inoltre i raggi solari riscaldano direttamente anche l’involucro e quindi le pareti e la copertura. Se questi elementi non sono isolati con materiali che sfasano l’onda di calore, la temperatura interna subirà un innalzamento. Per realizzare un cappotto o isolare la copertura si può ottenere il 65% della spesa in 10 anni accedendo alla detrazione Irpef per risparmio energetico.
L’installazione di un condizionatore è una “cura” se così possiamo definirla, perchè raffresca l’aria interna alla casa ma non va ad agire sulle cause dell’innalzamento della temperatura. E’ innegabilmente un rimedio alla calura estiva ed è un intervento poco invasivo e con un costo modesto. Se abbinato poi ad un impianto fotovoltaico, non va a pesare sulla bolletta dell’energia elettrica perchè nei momenti di maggior produzione di energia vi è anche il maggior utilizzo del condizionatore. La detrazione Irpef per ristrutturazioni annovera tra l’elenco degli interventi ammessi anche l’installazione di condizionatori e dell’impianto fotovoltaico, restituendo il 50% della spesa in 10 anni.

Abbiamo visto quindi che gli interventi sono diversi e che ci sono degli incentivi da poter sfruttare. Per capire come intervenire è necessario studiare l’edificio, ma anche capire che budget c’è a disposizione.

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Fotovoltaico “plug and play”???

Articolo FV plug and play Sportello Energia FVG

Mai sentito parlare di “fotovoltaico plug and play”? In questo articolo vi spieghiamo cos’è e come funziona, quali sono i suoi vantaggi e i suoi svantaggi  e come mai in Italia la sua installazione non ha preso piede.

Innanzitutto “plug and play” dall’inglese significa “collega e utilizza”. Nel caso del fotovoltaico questo sta a significare che il singolo modulo non ha bisogno di una specifica installazione ma può essere montato e collegato alla rete dall’utente finale. Questo può avvenire perchè il pannello ha dimensioni ridotte (può essere installato ad esempio sul balcone) e possiede una spina che viene inserita nella presa di corrente più vicina. Insomma, sarebbe un pò come acquistare un elettrodomestico e collegarlo semplicemente alla rete, solo che il risultato è produzione istantanea gratuita di energia elettrica.

Fin qui sembrerebbe tutto rose e fiori, ma c’è un motivo per cui questi sistemi non hanno avuto ancora molto successo in Italia.
Infatti nonostante si scelga una potenza al di sotto di 1 kW (soglia al di sotto della quale fino al 30 giugno 2017 non era necessaria molta burocrazia) gli oneri documentali ed economici per rispettare la normativa non sono per niente irrilevanti e sul piatto della bilancia pesano molto sull’investimento iniziale, rendendolo poco conveniente. Ricordiamo che è necessario che il sistema rispetti la normativa CEI 0-21 e che il contatore sia bidirezionale.
Inoltre la massima produzione di energia si ha nelle ore centrali della giornata quindi se non ci sono grossi consumi in questa fascia o non c’è un accumulo, l’energia prodotta non andrà utilizzata con conseguente mancato guadagno rispetto all’investimento iniziale.
Da tener conto inoltre del rendimento, sicuramente più basso se il pannello verrà installato ad esempio in verticale sul balcone. Ricordiamo infatti che i raggi devono colpire perpendicolarmente il pannello per avere maggior rendimento e che l’ideale sarebbe avere una falda inclinata a sud.

La scelta di installare un pannello fotovolotaico plug and play quindi potrebbe risultare vantaggiosa solo per alcuni casi: ad esempio se abbinata ad un condizionatore per il raffrescamento estivo, che utilizza quasi istantaneamente l’energia prodotta nelle ore di picco. Da dimensionare correttamente però la potenza dell’impianto fotovoltaico in base alla richiesta di energia del condizionatore.
Anche per chi vive in condominio, e non ha disponibilità di una falda libera, adottare questa soluzione potrebbe essere l’unico modo per avere energia gratis, sfruttando terrazze e balconi.

In conclusione la diffusione di questa tipologia di impianto fotovoltaico ha incontrato degli ostacoli dal punto di vista della normativa ma anche dal punto di vista di un ritorno economico effettivo. Vedremo cosa accadrà in futuro, visto che in paesi come la Svizzera, l’Olanda e la Germania questo sistema sta avendo successo.

Se comunque voleste installare un modulo “plug and play”, al momento per questo intervento è possibile ottenere la detrazione del 50% della spesa dall’Irpef in 10 anni, con la voce “interventi per il consegumento di risparmio energetico”.
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10 consigli per risparmiare con il frigorifero

Articolo consigli frigo Sportello Energia FVG

Ci sono elettrodomestici che consumano molta energia, come il phon, il forno e il ferro da stiro, ma vengono usati talmente poco che non gravano eccessivamente sulla bolletta. Il frigorifero invece rimane sempre collegato e assorbe una percentuale media del 15% dei consumi totali di una famiglia (capacità media 220-280 litri con congelatore da 50 litri). Il consumo infatti si attesta a circa 450 kWh all’anno, influendo di 80 euro sulla bolletta finale (con prezzo dell’energia elettrica pari a 0.18 euro/kWh).

Il consumo di energia dipende da diversi fattori, ad esempio dalla capacità del frigo, dal suo posizionamento ma anche dalla modalità di utilizzo ed è quindi possibile ridurre l’energia elettrica utilizzando noi stessi dei piccoli accorgimenti.

  1. Quando compri degli elettrodomestici, scegli prodotti con classi energetiche elevate. Prodotti di classe A+++ permettono un risparmio del 50% superiore a quelli di classe A.
  2. Sbrina periodicamente il frigo, quando il ghiaccio supera lo spessore di 5 mm, i consumi possono aumentare anche del 30%. In alternativa sostituiscilo con uno dei modelli più recenti, che si scongelano automaticamente.
  3. Controlla lo stato della guarnizione di gomma dello sportello e sostituiscila se è deteriorata.
  4. Hai mai spolverato il frigo? Pulisci la serpentina (condensatore) posta sul retro, ricordandoti di staccare l’alimentazione elettrica. La polvere sulle bobine fa aumentare del 30% il consumo di energia elettrica.
  5. Regola il termostato in funzione delle stagioni, evitando di raffreddare eccessivamente: temperature molto fredde non servono per la conservazione dei cibi. Regola la temperatura del frigorifero tra 1 e 4°C, mentre il congelatore dovrebbe stare a -18°C. Per ogni grado in meno aumenti il consumo energetico di circa il 5%, senza alcun vantaggio in termini di conservazione del cibo.
  6. Non inserire cibi ancora caldi nel frigorifero, altrimenti la temperatura all’interno salirà e sarà necessario un maggior consumo di elettricità. Posiziona gli alimenti che hanno maggiori esigenze di conservazione nella parte più fredda, quindi nella parte bassa del frigo.
  7. Scegli un modello adeguato alle tue esigenze. Ad esempio, nell’acquisto del frigo per 1 persona è sufficiente la capacità di 100-150 litri, per nuclei da 2/4 persone sono sufficienti 220-280 litri.
  8. Non riempire eccessivamente il frigo e lascia un po’ di spazio a ridosso delle pareti interne per favorire la circolazione dell’aria ed evitare la formazione di ghiaccio.
  9. Il congelatore invece è meglio che venga riempito. Ci vuole meno energia per raffreddare un congelatore pieno rispetto a uno vuoto. Se non è pieno, aggiungi qualche bottiglia di plastica riempita di acqua.
  10. Non mettere il frigorifero o il surgelatore accanto a una fonte di calore altrimenti consumerebbe molta più energia.

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Beni significativi e IVA al 10%

Articolo beni Sportello Energia FVG

Uscita ieri la circolare 15/E dove l’Agenzia delle Entrate chiarisce le novità apportate dalla legge di bilancio 2018 sui cosiddetti beni significativi.

Innanzitutto ricordiamo che è prevista l’aliquota Iva ridotta del 10% per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, se eseguiti su immobili a prevalente destinazione abitativa.
L’agevolazione coinvolge le prestazioni di servizi complessivamente rese e quindi comprende anche le materie prime e semilavorate e gli altri beni necessari per realizzare l’intervento, a condizione che siano forniti da chi ha eseguito i lavori. Il valore di tali beni, in sostanza, confluisce nel valore della prestazione di servizi e, ai fini del bonus, non è necessaria una loro distinta indicazione.
Veniamo tuttavia al dunque perchè diverso è il trattamento fiscale dei beni significativi, ovvero:

  • ascensori e montacarichi
  • infissi esterni e interni
  • caldaie
  • video citofoni
  • apparecchiature di condizionamento e riciclo dell’aria
  • sanitari e rubinetterie da bagno
  • impianti di sicurezza

il cui valore, in linea di massima, assume una certa rilevanza rispetto a quello delle forniture effettuate nell’ambito degli interventi agevolati di recupero del patrimonio edilizio.
Su questi beni l’Iva agevolata al 10% è applicata solo sulla differenza tra il valore complessivo dell’intervento e quello dei beni stessi. Ecco un esempio numerico per chiarire meglio.
Ipotizziamo, ad esempio, il rifacimento del bagno a un costo totale di 10.000 euro, di cui 3.000 per la manodopera e 7.000 per rubinetteria e sanitari: la manodopera va tutta al 10%, mentre, con riferimento ai 7.000 euro per i beni significativi, l’Iva al 10% è applicabile solo fino a 3.000 euro, cioè sulla differenza tra l’importo complessivo dell’intervento (10.000) e quello degli stessi beni significativi (7.000); sugli altri 4.000 euro, si applica l’aliquota ordinaria del 22%.

Cosa chiarisce la circolare:
– vanno considerati “beni significativi” anche quelli che hanno le stesse funzionalità dei beni elencati. Ad esempio una stufa a pellet, se concepita per riscaldare l’ambiente in cui si trova, produrre acqua calda sanitaria e per alimentare il circuito di riscaldamento, è considerata come una caldaia e quindi bene significativo;
– il valore delle parti staccate del bene significativo confluisce in quello della prestazione, cioè gode dell’aliquota agevolata, solo se tali parti sono connotate da una propria autonomia funzionale. Esempio: l’installazione di tapparelle, scuri, veneziane, zanzariere, inferriate o grate di sicurezza se autonomamente staccate dagli infissi godono dell’Iva agevolata; se invece questi elementi sono integrati agli infissi sono considerati beni significativi;
– sulla determinazione del valore specifico dei beni significativi, la circolare precisa che da questo deve essere escluso il mark-up, vale a dire il margine aggiunto dal prestatore al costo di produzione o al costo di acquisizione del bene: ciò che conta è solo il costo “originario”;
– il prestatore è tenuto a indicare puntualmente sulla fattura anche il valore degli stessi beni, evidenziando separatamente l’ammontare dell’imposta con applicazione dell’aliquota del 10% e quello risultante dall’applicazione dell’aliquota ordinaria.

Retroattività:
La circolare, infine, chiarisce che, trattandosi di norma di interpretazione autentica, la stessa ha efficacia retroattiva. Tuttavia, i comportamenti difformi tenuti dai contribuenti fino al 31 dicembre 2017 non potranno essere oggetto di contestazione.

A questo link il testo completo della circolare.

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Acqua è energia: non sprecarla!

Articolo acqua Sportello Energia FVG

Risparmiare acqua significa risparmiare anche energia. Sia direttamente, per scaldare l’acqua di docce e impianti di riscaldamento, sia indirettamente, dal momento che la produzione di acqua potabile richiede una depurazione che necessita di grandi quantitativi di energia.

Nell’Unione Europea il 70% dell’energia utilizzata dalle famiglie serve a riscaldare la casa e un altro 14% viene consumato per riscaldare l’acqua.

Qui di seguito vi proponiamo alcune azioni utili per ridurre lo spreco di acqua in maniera semplice.

  1. Usa riduttori di flusso, da avvitare facilmente all’uscita dei rubinetti: miscelando l’aria all’acqua, comportano un risparmio di quest’ultima. Fai attenzione a non confondere i riduttori di flusso con i miscelatori che evitano gli schizzi ma non diminuiscono il flusso d’acqua! Esistono tipologie di riduttori per rubinetti, che arrivano anche a portate d’acqua ridotte a 1,7 l/minuto, e per docce a 9 l/minuto e se l’acqua che risparmi è quella calda, riduci il consumo di energia necessaria per scaldarla.
  2. Chiudi il rubinetto mentre ti lavi i denti. In questo modo risparmierai molta acqua.
  3. Privilegia la doccia al bagno in vasca. In tal modo consumi fino a 4 volte meno energia. Per massimizzare il risparmio energetico, usa un soffione a flusso ridotto.
  4. Verifica che i tuoi servizi igienici non abbiano perdite. Un water che perde può sprecare fino a 200 litri di acqua al giorno, ossia l’equivalente di 50 scarichi.
  5. L’acqua demineralizzata del condizionatore non è potabile, ma può essere riusata per moltissime faccende domestiche.
  6. Quando ti lavi le mani o i denti, fai lo shampoo o ti radi la barba, tieni aperto il rubinetto solo per il tempo necessario. Lasciare sempre aperti i rubinetti mentre ci si spazzola i denti comporta uno spreco di 40 litri di acqua al giorno, la stessa quantità necessaria per fare una doccia!
  7. Il 30% dell’acqua usata in casa è per il WC: se è a cassetta, vale la pena adottare il pulsante a doppio tasto (poca e tanta acqua), che permette di scaricare solo 3 litri invece dei 10-12 abituali. Ciò equivale a un risparmio di circa 40 litri di acqua al giorno.

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Uscito il rapporto ENEA 2017 sull’efficienza

Articolo RAEE 2018 Sportello Energia FVG

Il 19 giugno scorso è uscito il 7° Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica dell’ENEA (RAEE), dove sono evidenziati i risultati ottenuti grazie all’efficientamento energetico a partire dal 2011 fino al 2017.
Grazie all’ecobonus nel 2017 le famiglie italiane hanno investito oltre 3,7 miliardi di euro per realizzare circa 420mila interventi di riqualificazione energetica, con un risparmio di oltre 1.300 GWh/anno.  A ciò si aggiunge anche un risparmio di circa 2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) derivante dall’emissione di 5,8 milioni di Titoli di Efficienza Energetica, i cosiddetti Certificati Bianchi, di cui il 62% nell’industria e il 31% nel civile.
Ma cosa significano questi numeri? Il risparmio di petrolio e di energia elettrica ottenuto equivale a circa 19 milioni di tonnellate di  CO2 in meno rilasciate in atmosfera e quindi è stato raggiunto il 52% dell’obiettivo al 2020 previsto dal Piano d’Azione Nazionale per l’Efficienza Energetica (PAEE) e dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN). A livello settoriale, il residenziale ha sostanzialmente raggiunto l’obiettivo atteso al 2020, l’industria è circa a metà del percorso previsto, mentre risultano ancora indietro trasporti e terziario, settore quest’ultimo in cui rientra la PA, che ha potuto contare quest’anno su 62 milioni di euro per interventi di efficientamento nelle proprie strutture tramite il “Conto Termico”.
“In particolare, strumenti come l’ecobonus, il sismabonus e la cessione del credito fiscale aprono la strada degli incentivi anche a quella fascia di popolazione economicamente vulnerabile, circa un cittadino su dieci, che spesso vive in condomini periferici delle grandi città tutt’altro che efficienti dal punto di vista energetico”, ha sottolineato il presidente dell’ENEA Federico Testa.
Insieme al RAEE è stato presentato il Rapporto ENEA sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio che illustra gli investimenti stimolati dall’ecobonus. Nel periodo 2014-2017, gli interventi di riqualificazione energetica hanno portato a un risparmio medio sulla bolletta annuale dei consumatori compreso tra i 250 euro del 2014 e i 150 euro del 2017, anche per effetto dei differenti livelli dei prezzi del gas. Di fatto, questi interventi equivalgono a un risparmio medio annuo del 15% sul totale della spesa energetica delle famiglie.
Il risparmio di oltre 1.300 GWh/anno per gli interventi eseguiti nel solo 2017 è stato ottenuto principalmente grazie a due tipologie di interventi che presentano il miglior rapporto costo/efficacia, vale a dire la sostituzione di serramenti (circa il 40% del risparmio) e la coibentazione di solai e pareti (oltre il 25%).

A questo link l’articolo ufficiale.

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Efficientamento di alcuni edifici aziendali con il Conto Termico

I casi pratici di cui parliamo oggi fanno parte di quelli presentati dal GSE a titolo esemplificativo e sono degli interventi attuabili dalle imprese per rendere più efficienti i propri immobili avvalendosi delle agevolazioni previste dal Conto Termico, ma prima di iniziare vediamo insieme che cos’è questo strumento.

Il Conto Termico 2.0 è uno strumento di incentivazione per interventi di efficienza energetica e produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Il Governo italiano ha messo a disposizione 900 milioni di euro all’anno di incentivi di cui 200 sono destinati alle Pubbliche Amministrazioni. Per le imprese e i privati le richieste possono essere presentate a fine lavori attraverso accesso diretto. Con questa modalità l’importo è erogato in un’unica soluzione fino a 5.000 euro (questo accade dal 2016, prima il limite era solo 600 euro), mentre per importi superiori in 2 o 5 rate con frequenza annuale.

  • Il primo caso che esamineremo è quello dell’Hotel al Forte di Arabba (BL), questo edificio realizzato nel 2013 è stato oggetto di intervento nel 2016. Qui, originariamente, il generatore per il riscaldamento invernale e l’acqua calda sanitaria era alimentato a gasolio; sfruttando le agevolazioni previste dal Conto Termico è stato possibile installare un impianto solare termico da 50 m2 ad integrazione di quello preesistente. Questo intervento di efficientamento ha permesso un risparmio sui consumi di gasolio di ben 6.500 euro l’anno; inoltre l’incentivo ricevuto, di 17.500 euro su un importo dei lavori complessivo di 50.000 euro, ha coperto il 35% dell’importo riducendo così il tempo di rientro dell’investimento da 8 a 5 anni.Hotel al Forte articolo Sportello Energia FVG
    Hotel al Forte, Arabba (BL)
  • L’altro caso, riguardante sempre una struttura ricettiva, è quello dell’Hotel Passo Monte Croce di Sesto (BZ). L’edificio, che originariamente era dotato di impianto di riscaldamento e di produzione di acqua calda sanitaria con generatore alimentato a gasolio, ha visto la sua sostituzione con una caldaia a pellet nel 2016. La riduzione di spesa annua sui consumi ammonta a 40.000 euro. Il costo dell’intervento è stato di 190.000 euro, dei quali 58.000, il 31%, sono stati corrisposti dal Conto Termico. Il contributo ricevuto ha permesso di portare il tempo di rientro da 5 a 3 anni.
  • L’ultimo esempio è quello di un edificio per attività industriali in Molise sul quale è stato installato un impianto termico con sistema solar cooling a concentrazione da 778 m2 finalizzato alla produzione di calore per l’alimentazione delle aree di produzione e uffici, sia per il riscaldamento invernale che per il raffrescamento estivo. Grazie agli incentivi previsti dal Conto Termico è stato possibile ricevere nell’arco di 5 anni 370.000 euro, ovvero il 54% della spesa complessiva di 675.000 euro.Industria Molise solar cooling articolo Sportello Energia FVG
    Sistema di solar cooling

Dal 31 maggio 2016, il Conto Termico è diventato 2.0 potenziando e semplificando il meccanismo di sostegno precedentemente introdotto. Oltre ad un ampliamento delle modalità di accesso e dei soggetti ammessi (sono comprese anche le società in house e le cooperative di abitanti), sono stati introdotti nuovi interventi di efficienza energetica. Le variazioni più significative riguardano anche la dimensione degli impianti ammissibili, che è stata aumentata, mentre è stata snellita la procedura di accesso diretto per gli apparecchi a catalogo. Altre novità riguardano gli incentivi stessi: è stato infatti previsto sia l’innalzamento del limite per la loro erogazione in un’unica rata (dai precedenti 600 agli attuali 5.000 euro), sia la riduzione dei tempi di pagamento che, nel nuovo meccanismo, passano da 6 a 2 mesi.

Il turnover tecnologico, di cui gli interventi analizzati sono testimonianza, è un elemento fondamentale, in modo particolare quando riguarda le imprese, dove a una maggiore efficienza energetica si accompagna un risparmio in termini economici e di sostenibilità ambientale per la collettività.

Se sei il titolare di un’impresa e vuoi farti un’idea degli incentivi dei quali puoi beneficiare prenota una consulenza gratuita presso lo Sportello Energia FVG!

Gli esempi sono stati tratti dall’articolo “Il Conto Termico: un’opportunità per il patrimonio immobiliare di Roma, Eleonora Egalini, Unità Conto Termico, «ROMA X UNA CITTA’ GREEN E SMART», La Sapienza, 11 aprile 2017” realizzato dal GSE.

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Combatti il caldo risparmiando: lo Sportello ti spiega come fare

Articolo clima bonus verde Sportello Energia FVG

L’Italia è uno dei pochi paesi europei dove il picco di domanda di energia avviene d’estate invece che d’inverno, per l’elevato uso di condizionatori per raffrescamento. Questo ci fa capire quanto sia incisivo l’uso dell’energia per il raffreddamento delle nostre abitazioni. Come facciamo a non spendere troppo per la bolletta?

  1. Usa il ventilatore per rinfrescare l’aria. I ventilatori utilizzano molta meno energia rispetto ai condizionatori d’aria.
  2. Non esagerare con il freddo: la differenza di temperatura tra l’esterno e l’interno non dovrebbe superare i 6°C per il comfort.
  3. D’estate arieggia i locali durante la notte, limita l’accesso di aria calda esterna durante le ore del giorno, usa tende o tapparelle per non far entrare i raggi di sole, ombreggia i muri esterni.
  4. Se possibile o se necessario installa un climatizzatore a pompa di calore in casa:
    – è ecocompatibile: non brucia risorse scarse e non emette CO2;
    – è ecologica: il “carburante” delle PDC è energia rinnovabile;
    – è economica: i risparmi sulla bolletta arrivano fino al 50%.
  5. Ricorda di controllare le temperature dei termostati e di impostarli sui reali bisogni.
  6. Tieni il termostato del condizionatore lontano da fonti di calore che potrebbero falsare la misurazione della temperatura della stanza.
  7. Se il condizionatore è in classe energetica A o superiore, le sue prestazioni consentiranno di risparmiare fino al 30% in bolletta rispetto ad uno in classe energetica inferiore.
  8. Ideale per gli utilizzatori più assidui, la tecnologia inverter adegua automaticamente la temperatura rispetto ad acceso/spento, è più silenziosa, evita picchi di freddo e consente un risparmio fino al 30%.
  9. Il deumidificatore può aiutare nel mantenimento dell’umidità al livello ottimale del 40-60%. Sarebbe utile che il condizionatore avesse la funzione “solo deumidificazione”: in alcuni casi è sufficiente a “raffrescare” l’aria consumando molta meno energia.
  10. Anziché pochi impianti di climatizzazione localizzati solo in alcuni punti, preferite l’installazione di unità medio-piccole in tutte le stanze abitate.

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Lo Sportello in onda: climatizzazione estiva e bonus verde

Articolo Telefriuli bonus verde Sportello Energia FVG

Nella puntata di Family andata in onda il 4 giugno su Telefriuli abbiamo parlato di climatizzazione estiva e del bonus verde.

L’installazione di una pompa di calore per raffrescamento può aiutarci a combattere la calura estiva in arrivo, ma non è mai troppo tardi per pensare ad isolare la nostra abitazione con i materiali adatti o a schermare le finestre con opportuni ombreggiamenti.
Vista anche la bella stagione perchè non approfittare del bonus verde, novità introdotta dalla Legge di bilancio 2018?
Consiste in una detrazione Irpef del 36% delle spese sostenute per la “sistemazione a verde” di aree scoperte private o condominiali. Sono ammessi la trasformazione o la realizzazione di giardino o tappeto erboso con piantumazioni, la realizzazione di impianti di irrigazione o di pozzi, la realizzazione di coperture a verde o di giardini pensili. Sono comprese le spese per la progettazione e la manutenzione connesse agli interventi, anche i costi per indagini e stime dell’esistente (ad esempio le analisi del terreno e della vegetazione).
La spesa massima ammessa è di 5.000 € (per le parti comuni 5.000 € per ogni condomino proprietario) e la detrazione quindi di 1.800 €. I pagamenti devono essere tracciabili, ma non è necessario utilizzare i bonifici “parlanti”, è sufficiente un bonifico ordinario, carte di debito/credito o un assegno. Il consiglio è di inserire comunque nella causale il riferimento di legge (articolo 1, commi 12-15, legge 205/2017).
L’Agenzia delle Entrate dovrebbe pubblicare a breve la guida specifica, ma per il momento ha chiarito che rimangono esclusi la manutenzione ordinaria annuale (incentivata solo se connessa a interventi maggiori), l’acquisto di piante in vaso o di attrezzatura per giardino e i lavori in economia. Ricordiamo infatti che possono essere presentate solo fatture per prestazioni di servizi e non per l’acquisto diretto del materiale da parte del committente.

Per quanto riguarda invece gli incentivi pubblici a disposizione per “raffrescare” la casa, non esitare a contattarci per sapere come recuperare parte della spesa sostenuta per l’installazione di un climatizzatore oppure per installare schermature solari o chiusure oscuranti (ad esempio tende esterne avvolgibili, persiane,…).
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10 regole per risparmiare energia in ufficio con computer e stampante

Articolo risparmio ufficio Sportello Energia FVG

Una persona media spende sul posto di lavoro il 30% della sua giornata e questo significa che una parte significativa delle nostre azioni per ridurre l’impatto ambientale può avvenire proprio in ufficio.
Ci sono tante piccole azioni, a cui solitamente non facciamo caso, che possono fare la differenza e seguendo semplici regole di comportamento si può risparmiare senza fatica il 20% dell’energia.
Ecco alcuni consigli per un uso consapevole di computer e stampante.

COMPUTER
1 – Anche quando fai una breve pausa, attiva la funzione stand-by o sospensione del PC. Un tipico computer da ufficio acceso per 9 ore al giorno arriva a consumare fino a 175 kWh in un anno; impostando l’opzione di risparmio energetico il consumo scende del 37% con un risparmio di CO2 emessa in atmosfera di circa 49 kg.
2 – L’eliminazione di qualsiasi “salvaschermo” (screen saver) disattiva il segnale del monitor e permette un reale risparmio di energia.
3 – Se non utilizzi il computer per più di mezz’ora ricordati di spegnerlo, perchè la funzione stand-by continua a richiedere corrente elettrica e un PC in tale funzione può consumare anche più di 20 W all’ora (e quando è acceso 1 KWh).
4 – Oltre al computer è necessario spegnere tutti gli accessori e driver esterni quando non vengono utilizzati (stampanti, monitor, casse, scanner, ecc.). A fine giornata stacca il cavo del PC dalla presa: anche da spento il computer continua ad assorbire energia. Stimando l’ammontare annuo medio di ore in cui il PC resta presumibilmente spento ma con la spina attaccata, e il costo medio attuale della fornitura di energia elettrica (0,18 euro per kWh), è possibile valutare una spesa annua che può variare da 28 euro a 56 euro per ogni singolo PC.

STAMPANTE-FOTOCOPIATRICE
5 – Al termine di ogni giornata lavorativa non dimenticarti di spegnere e scollegare la stampante e la fotocopiatrice per evitare inutili consumi di energia nelle ore notturne. Una stampante da ufficio può arrivare a consumare ben 63 kWh per anno, scollegandola fuori dall’orario di lavoro, i consumi possono scendere a 48 kWh, con un risparmio di polveri sottili paragonabili a quelle emesse da un motore diesel Euro IV in circa 210 km di percorrenza.
6 – Solo l’8% del consumo energetico complessivo di una stampante è dovuto alla fase di stampa, mentre il rimanente 49% è “speso” nella fase di stand-by e il 43% in quella di spegnimento (con la spina inserita). Se la fotocopiatrice non possiede l’opzione di standby automatico, ricordati di inserirlo sempre dopo il suo uso.
7 – Per quanto possibile stampa tutti i documenti in un’unica sessione: si evita che la stampante debba ogni volta raggiungere la temperatura adeguata per la stampa. Utilizza ogni volta che è possibile la modalità di stampa a bassa risoluzione (“economy”,“draft” o “bozza”).
8 – Se possibile stampa sempre nella modalità fronte/retro. In questo modo utilizzerai anche meno carta.
9 – Si possono individuare cinque fasi di uso distinte della fotocopiatrice, ognuna con differente consumo di energia: 1) fase di copia (massimo consumo); 2) fase di standby; 3) fase “energy saver”, con un consumo minore che in standby; 4) fase di riscaldamento, che prepara la fotocopiatrice ad esser pronta per la copiatura (il 75% del consumo energetico complessivo avviene in questa fase); 5) collegata alla rete elettrica, ma spenta (in questa fase l’assorbimento di potenza elettrica medio di una fotocopiatrice è spesso superiore a 30W). Il consumo minore invece si ottiene staccando la spina.
10 – Ricorda che rispettare l’ambiente significa renderlo migliore per tutti ma soprattutto per noi stessi.

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