È aperto il bando per la concessione di contributi a fondo perduto a sostegno di interventi per la riqualificazione e la riconversione produttiva sostenibile.
Vediamo in sintesi di cosa si tratta: il riferimento normativo di questo bando è l’art. 84 della legge regionale n. 3 del 2022 detta “sviluppoimpresa” (Disposizioni per la modernizzazione, la crescita e lo sviluppo sostenibile verso una nuova economia del Friuli Venezia Giulia), che prevede il finanziamento di interventi per la riqualificazione produttiva sostenibile, da attivare all’interno dei complessi produttivi degradati; dove per complessi produttivi degradati si intendono edifici e relative aree di pertinenza non utilizzati da più di tre anni o con caratteristiche tali da non essere più idonei ad attività legate alla produzione, come individuati dalla delibera della Giunta regionale n. 1820 del 24/11/2022.
I beneficiari dei contributi sono imprese, privati e consorzi di sviluppo economico locale (con esclusione di specifici casi per i quali si rimanda al bando), titolari di diritto di proprietà o altro diritto reale di godimento sui complessi produttivi degradati.
I contributi sono concessi nella misura massima del 50% delle spese ammissibili, le quali comprendono i lavori, forniture e posa in opera, nonché le spese tecniche generali e di collaudo.
Sono ammissibili gli interventi per la riqualificazione e riconversione produttiva sostenibile, la realizzazione di interventi quali la demolizione, la demolizione per riconversione, la demolizione con ricostruzione, la manutenzione straordinaria, la ristrutturazione, l’allacciamento alle reti infrastrutturali di edifici produttivi, finalizzati al riutilizzo a fini produttivi dei complessi produttivi degradati.
Il contributo è riconosciuto in base ad una graduatoria i cui criteri di valutazione considerano diversi aspetti, tra i quali il tipo di intervento, la classe energetica del fabbricato post intervento, il miglioramento antisismico, il rapporto tra il contributo richiesto e la spesa da sostenere dal beneficiario, eventuale bonifica del sito.
Le domande dovranno essere presentate all’indirizzo PEC economia@certregione.fvg.it dal 16 novembre 2023 al 29 febbraio 2024, corredate di allegati, tra i quali relazione tecnica con elaborati grafici, quadro economico e computo metrico dei lavori a firma di un professionista.
La graduatoria è approvata e pubblicata sul BUR entro 120 giorni dalla chiusura della presentazione delle domande (29.02.2024); successivamente entro 60 giorni è concesso il contributo, nei limiti delle risorse disponibili (stanziati 1.490.000 per l’anno 2024).
L’erogazione può essere anticipata al massimo per il 70% del contributo, subordinatamente alla copertura con fidejussione o con assicurazione. La liquidazione a saldo del contributo è emanata entro 90 giorni dalla presentazione della rendicontazione.
Per tutti i dettagli si rimanda alla pagina web del sito della Regione dedicato al contributo:
In attesa della pubblicazione del bando per il contributo regionale per rottamare vecchie stufe e caminetti a legna e sostituirli con modelli più efficienti, vediamo quali sono le indicazioni prescritte dalla Regione.
Il riferimento normativo è la legge regionale n. 14 del 27/10/2023 recante “misure finanziarie multisettoriali” ed è consultabile sul sito della Regione al seguente link.
Il contributo in oggetto sarà concesso per la sostituzione di un generatore a biomassa con altro generatore a biomassa o con pompa di calore elettrica.
Il contributo non è ancora operativo mancando l’avviso di bando che sarà pubblicato sul BUR.
Riportiamo qui sotto un estratto della legge regionale là dove descrive il contributo in oggetto, ovvero i commi da 11 a 17 dell’art. 4 della LR14/2023:
“11. L’Amministrazione regionale è autorizzata a concedere a persone fisiche titolari del diritto di proprietà oppure di diritti reali o personali di godimento riconosciuti in un atto registrato su unità immobiliari a uso residenziale situate nel territorio regionale, contributi a sostegno degli oneri connessi alla dismissione di generatori di calore per il riscaldamento domestico a biomasse legnose di potenza inferiore o uguale a 35 kW, con classe di qualità inferiore o uguale a 4 stelle o non classificati, e il contestuale acquisto e installazione di generatori di calore a biomassa combustibile solida di potenza inferiore o uguale a 35 kW, appartenenti almeno alla classe di qualità 5 stelle di cui al decreto ministeriale 7 novembre 2017, n. 186 (Regolamento recante la disciplina dei requisiti, delle procedure e delle competenze per il rilascio di una certificazione dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibili solide), e di pompe di calore elettriche aria/aria e aria/acqua di potenza inferiore o uguale a 35 kW.
12. I contributi di cui al comma 11 sono concessi con il procedimento valutativo a sportello ai sensi dell’articolo 36, comma 4, della legge regionale 20 marzo 2000, n. 7 (Testo unico delle norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso):
a) fino all’ammontare massimo di 2.000 euro per stufe e camini e di 4.000 euro per caldaie e pompe di calore, da installare nelle unità immobiliari situate nei territori dei Comuni in cui sono stati rilevati superamenti dei limiti di legge per le polveri sottili o dei valori obiettivo per il benzo-a-pirene in almeno uno dei cinque anni precedenti la pubblicazione dell’avviso di cui al comma 15;
b) fino all’ammontare massimo di 1.000 euro per stufe e camini e di 3.000 euro per caldaie e pompe di calore, da installare nelle unità immobiliari situate nei territori dei Comuni diversi da quelli di cui alla lettera a).
13. Le domande di concessione del contributo di cui al comma 11 sono presentate alla Direzione centrale competente in materia di ambiente a seguito di avviso da pubblicarsi sul Bollettino ufficiale della Regione. Nell’avviso sono indicati le modalità e il termine di presentazione delle domande di concessione del contributo, le spese ammissibili al contributo, le modalità di concessione e di erogazione del contributo.
14. Sono ammissibili a contributo le spese connesse alla realizzazione degli interventi di cui al comma 11 sostenute nei sei mesi precedenti la data di presentazione della domanda di contributo. I soggetti indicati al comma 11 possono presentare domanda per una sola unità immobiliare; per la stessa unità immobiliare è ammessa una sola domanda per uno degli interventi di cui al comma 11.
15. Il contributo di cui al comma 11 è cumulabile con altri contributi o incentivi pubblici o con le detrazioni fiscali nazionali nel limite dell’importo della spesa ammissibile. Restano fermi eventuali divieti o limitazioni di cumulo con altri contributi pubblici in relazione ai quali si rimanda alle normative di settore.
16. In sede di prima applicazione delle misure di sostegno previste dal comma 11 sono finanziabili, qualora ritenute ammissibili, le spese per la realizzazione degli interventi di cui al comma 11, sostenute dall’1 ottobre 2023 al giorno precedente la data di presentazione della domanda di contributo.
17. Per le finalità di cui comma 11 è destinata la spesa di 3 milioni di euro per l’anno 2024 a valere sulla Missione n. 9 (Sviluppo sostenibile, tutela del territorio e dell’ambiente) – Programma n. 8 (Qualità dell’aria e riduzione dell’inquinamento) – Titolo n. 2 (Spese in conto capitale) dello stato di previsione della spesa del bilancio per gli anni 2023-2025, con riferimento alla corrispondente variazione prevista dalla Tabella D di cui al comma 21.
Dalla Regione Friuli Venezia Giulia, nel 2024, sarà possibile ottenere un contributo per rottamare vecchie stufe e caminetti a legna e sostituirli con modelli più efficienti. I contributi sono finalizzati alla dismissione di generatori di calore per il riscaldamento domestico a biomasse legnose di potenza inferiore o uguale a 35 kW, con classe di qualità inferiore o uguale a 4 stelle e il contestuale acquisto e installazione di generatori di calore a biomassa combustibile solida di potenza inferiore o uguale a 35 kW, appartenenti alla classe di qualità 5 stelle. L’entità del contributo dipenderà dalla tipologia dell’impianto da sostituire e dal comune in cui l’impianto viene installato, con contributi maggiori laddove sono stati registrati più alti sforamenti dei livelli limite per polveri sottili o benzo-a-pirene. “I contributi saranno assegnati fino all’ammontare massimo di duemila euro per stufe e camini e di quattromila euro per caldaie e pompe di calore, da installare nelle unità immobiliari situate nei territori dei Comuni in cui sono stati rilevati superamenti dei limiti di legge per le polveri sottili o dei valori obiettivo per il benzo-a-pirene in almeno uno dei cinque anni precedenti la pubblicazione dell’avviso”, ha spiegato l’assessore Scoccimarro, specificando poi che in tutti gli altri comuni “il contributo potrà raggiungere l’ammontare massimo di mille euro per stufe e camini e di tremila euro per caldaie e pompe di calore”. A bilancio sono stati stanziati 3 milioni che verranno distribuiti nel 2024 ma potranno coprire le spese di sostituzione degli impianti già sostenute dal 1° ottobre 2023. Inoltre sarà possibile il cumulo con contributi statali e detrazione.
Confermato anche il rifinanziamento del bando fotovoltaico, per il quale sono stati stanziati ulteriori 50 milioni di euro che copriranno anche nel 2024 le spese per gli impianti fotovoltaici, solari termici a favore dei privati. I 100 milioni del bando 2023 andranno probabilmente ad esaurirsi entro la metà di novembre e il rifinanziamento garantirà la continuità; grazie a questo contributo, sono già stati installati impianti che hanno permesso una riduzione di 26.605 tonnellate di CO2.
Per beneficiare di queste misure è indispensabile approfondire le modalità di accesso e gli aspetti tecnici e tecnologici da considerare nell’installazione di nuovi impianti, in modo da compiere scelte consapevoli ed economicamente sostenibili: per questo, a disposizione dei cittadini c’è lo Sportello Energia FVG, servizio erogato da APE FVG come consulenza gratuita:
Il nuovo Avviso per la realizzazione di impianti fotovoltaici nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale è stato pubblicato il 21 luglio 2023 e stanzia circa 1 miliardo di euro a fondo perduto. Si tratta del secondo bando e, rispetto al precedente, presenta novità interessanti a vantaggio dei beneficiari:
aumentata la percentuale di aiuto a fondo perduto concedibile: fino all’80% per le imprese della produzione agricola primaria e della trasformazione di prodotti agricoli;
introdotta la nuova fattispecie di autoconsumo condiviso;
prevista la partecipazione di imprese in forma aggregata;
possibilità di realizzare impianti fotovoltaici sui tetti dei fabbricati agricoli con potenza fino ad un massimo di 1.000 kWp per impianto;
raddoppiata la spesa massima ammissibile per sistemi di accumulo fino a 100.000 euro;
raddoppiata la spesa massima ammissibile per dispositivi di ricarica fino a 30.000 euro;
aumentata la spesa massima per beneficiario, ora pari ad 2.330.000 euro.
Le domande possono essere presentate a partire dal prossimo 12 settembre e fino al 12 ottobre 2023.
Attraverso il bando Parco Agrisolare 2023, il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e delle Foreste e Turismo sostiene l’acquisto e la posa in opera di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, al fine di perseguire gli obiettivi nazionali climatici-ambientali di promozione dell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili e attuazione di interventi di efficienza energetica. Ricordiamo che il parco agrisolare prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici dell’azienda agricola e si differenzia così dall’agrivoltaico che vede un utilizzo duale del suolo agricolo attraverso pannelli solari posti su strutture sopraelevate che consentono la prosecuzione dell’attività agricola sottostante, migliorandone la resa.
Lo Sportello Energia FVG è disponibile per informazioni e chiarimenti sul bando. Inoltre, APE FVG, che gestisce lo Sportello e che è anche soggetto erogatore SISSAR per il 2023 per il settore agroenergie, è disponibile a supportare con la propria consulenza tecnica le aziende agricole interessate a presentare domanda di finanziamento, così come già avvenuto con successo in occasione del primo bando agrisolare: https://www.ape.fvg.it/pnrr-finanziato-parco-agrisolare-a-morsano-al-tagliamento/
La settimana scorsa è stato pubblicato il nuovo bando regionale, nell’ambito della legge regionale 1/2023 “incentivi per la diffusione di fonti energetiche rinnovabili”, dedicato al solare termico.
Vediamo qui di seguito i dettagli.
Si incentiva la realizzazione di impianti a servizio di unità immobiliari ad uso residenziale (categoria da A1 ad A9 e A11) che, sfruttando la radiazione solare, ottengono calore utilizzato per la produzione di acqua calda sanitaria e/o per il riscaldamento.
Il bando è rivolto a: persone fisiche residenti nel territorio regionale, compresi i condòmini, nonché ai condomìni situati nel territorio regionale, nonché alle parrocchie o enti ecclesiastici di qualsiasi confessione religiosa riconosciuta dallo Stato, situati nel territorio regionale.
Sono ritenute ammissibili le spese sostenute a partire dal 01/11/2022 per l’acquisto e installazione degli impianti, i lavori correlati, i sistemi per la gestione energetica e il monitoraggio dell’impianto, le spese tecniche, le spese di istruttoria e di gestione della pratica, gli oneri di sicurezza sostenuti per l’intervento, comprensivi di IVA.
Oltre alla limitazione delle spese ritenute ammissibili è previsto un tetto massimo di spesa dell’intervento; gli incentivi sono concessi a fondo perduto nella misura non superiore al 35% del costo massimo ammissibile dell’intervento, secondo il seguente schema:
Impianto solare termico con superficie collettore captante:
COSTO MASSIMO Ammissibile per il calcolo dell’incentivo
INCENTIVO MASSIMO Concedibile 35% del costo massimo ammissibile
C1
fino a 4,00 mq
€ 6.750,00
€ 2.362,50
C2
oltre 4,00 mq
€ 8.500,00
€ 2.975,00
CUMULABILITÀ
L’incentivo è cumulabile con le detrazioni fiscali e con altri incentivi, purché la somma delle agevolazioni ottenute non ecceda il limite della spesa complessiva dell’intervento.
L’incentivo è cumulabile anche con il meccanismo del Conto Termico (che incentiva l’installazione del solare termico, categoria d’intervento 2.C).
Ricordiamo che questi due incentivi non sono cumulabili tra loro; pertanto si potrà cumulare il contributo regionale con le detrazioni fiscali o con il conto termico. Invece il contributo regionale non è fruibile per i soggetti che per lo stesso intervento hanno usufruito dell’incentivo Superbonus.
Come per i precedenti bandi:
la domanda dev’essere presentata esclusivamente online sul portale IstanzeOnLine fino al 15 novembre 2023
L’incentivo è concesso con procedimento a sportello, fino a esaurimento dei fondi stanziati
La concessione ed erogazione sarà disposta entro 90 giorni dalla presentazione della domanda.
Come per i precedenti anche per questo bando la regione ha predisposto una pagina web con tutte le informazioni e con il link di collegamento al portale per la presentazione online della domanda:
Vediamo ora alcune informazioni tecniche sugli impianti solari termici.
Le possibili applicazioni dei pannelli solari termici sono:
la produzione di acqua calda sanitaria;
il riscaldamento dell’unità immobiliare;
il riscaldamento di piscine o altri impianti sportivi;
riscaldamento per processi industriali (a bassa temperatura);
la produzione di freddo (solar cooling), tramite le macchine ad assorbimento.
Tipologie di pannelli
Il pannello (detto anche collettore) è un elemento captante che assorbe l’energia della radiazione solare e la converte in calore trasferendola ad un fluido termovettore (acqua, glicole, etc.).
Ci sono diversi tipi di pannelli:
pannelli piani: sono quelli più diffusi, molto utilizzati nel residenziale, possono essere vetrati (ovvero piastra captante chiusa tra una lastra di vetro e un fondo termoisolato) o scoperti (ovvero direttamente esposti alla radiazione solare, di solito più economici e con bassi rendimenti, adatti per piscine nella stagione estiva).
pannelli sottovuoto: sono costituiti da una serie di tubi sottovuoto, ciascuno dei quali ha un suo circuito interno. Questo sistema grazie al vuoto, minimizza la dispersione di calore verso l’esterno; si tratta di pannelli con efficienze molto maggiori (anche con temperature esterne basse), ma anche di costo più elevato, sono applicati principalmente in ambito industriale.
Orientamento e inclinazione
L’orientamento ottimale è con esposizione verso sud; entro un orientamento di ±15° il rendimento non ha significativi cali.
L’inclinazione ottimale dei pannelli vorrebbe il raggio d’incidenza perpendicolare alla superficie captante. Poiché la direzione dei raggi solari cambia nell’arco della giornata e delle stagioni, si ritiene ottimale una inclinazione di circa 15° inferiore alla latitudine del sito per sfruttare al meglio la captazione estiva, mentre una inclinazione pari alla latitudine è ottimale per una media annuale. Per la nostra regione (latitudine circa 46°) questi valori sono dunque 30° e 45°.
Circolazione naturale o forzata
Il sistema di ricircolo del fluido termovettore può essere naturale o forzato.
Circolazione naturale: sfrutta la proprietà che il fluido riscaldato dal sole diminuisce di densità e tende naturalmente a salire innescando così il ricircolo. Questo sistema ha il serbatoio in prossimità del pannello ed in posizione più elevata; è un sistema semplice e richiede poca manutenzione.
Circolazione forzata: qui il fluido termovettore viene fatto circolare da una pompa attivata da un termostato con sonde nel serbatoio di accumulo, che può essere distante dai pannelli. Questo impianto è più complesso, è più versatile per diversi utilizzi (ACS, riscaldamento, integrato con altri impianti, anche impianti di grandi dimensioni).
Capacità del serbatoio
Il serbatoio serve a garantire una scorta di acqua calda, anche a compensare lo sfasamento tra la produzione del calore e la domanda/uso dello stesso.
Per uso domestico ogni metro quadro di pannello produce 50 – 70 litri di acqua calda.
Indicativamente per uso igienico sanitario si suggeriscono i seguenti valori:
fino a 3 utenti, 1 pannello e serbatoio da 150 litri;
4 o 5 utenti, 2 pannelli e serbatoio da 200-250 litri;
6-8 utenti, 3 pannelli e serbatoio da 300-400 litri.
Ricordiamo che nell’ambito della legge regionale 1/2023 “incentivi per la diffusione di fonti energetiche rinnovabili” sono previsti distinti bandi, in considerazione delle differenti tipologie di beneficiari e di interventi finanziabili; ad oggi sono già stati pubblicati altri tre bandi per acquisto ed installazione di impianto fotovoltaico e di accumulo di energia elettrica, dedicati distintamente per:
persone fisiche;
condomìni;
parrocchie, enti ecclesiastici ed altri soggetti residenti negli immobili di tali enti.
Con un recente decreto legge, è stato stabilito che le detrazioni fiscali per bonus casa e ecobonus sono calcolate sugli importi totali dei costi sostenuti anche se parte di tali importi sono coperti da contributo regionale. Ciò significa, nel caso concreto del contributo regionale sul fotovoltaico, che se ad esempio installiamo un impianto da 10.000 euro e otteniamo per esso un contributo regionale pari al 40% (ovvero 4.000 euro di contributo erogato dalla Regione), per il medesimo intervento sarà ammesso all’incentivo della detrazione fiscale del 50% l’intero importo di 10.000 euro. Dunque la somma delle agevolazioni (contributo a fondo perso più la detrazione ripartita in dieci anni) è pari al 90% dei costi complessivi ammessi alle agevolazioni stesse.
Per maggiori dettagli, segue l’art.7 del decreto in oggetto.
Riferimento normativo: DECRETO-LEGGE 30 marzo 2023, n. 34 “Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali.” Decreto in vigore dal 31/03/2023, convertito con modificazioni dalla L. 56/2023, pubblicata in G.U. 29/05/2023, n. 124.
Art. 7 “Disposizioni in materia di agevolazioni fiscali per interventi di risparmio energetico”
Ai fini della determinazione dell’ammontare delle agevolazioni fiscali per interventi di risparmio energetico previste dall’art. 16-bis del TUIR, di cui al DPR 917/1986, dall’art. 1, commi da 344 a 347 della L.296/2006, e dall’art. 14 del DL 63/2013 convertito in L.90/2013, si considera ammessa ad agevolazione fiscale anche la parte di spesa a fronte della quale sia concesso altro contributo dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano, a condizione che tale contributo sia cumulabile, ai sensi delle disposizioni che lo regolano, con le agevolazioni fiscali. In ogni caso la somma dell’agevolazione fiscale e del contributo non deve eccedere il 100% della spesa ammissibile all’agevolazione o al contributo. Le disposizioni del presente comma si applicano con riferimento ai contributi istituiti alla data di entrata in vigore del presente decreto ed erogati negli anni 2023 e 2024.
Questo ultimo punto è la consapevolezza dell’importanza dell’emergenza energetica ed ecologica, nonché della necessità di un impegno continuo sia come individuo, sia come partecipazione collettiva. Dobbiamo comprendere bene che con un intenso impegno collettivo possiamo trasformare l’attuale situazione critica in una vera opportunità di cambiamento positivo. L’impegno attivo e la partecipazione ci aiutano a crescere e a distinguere le vere azioni virtuose ed efficaci dalle soluzioni miracolose, dietro le quali molto spesso si cela solo l’obiettivo di vendere un pacchetto di prodotti e servizi che prescindono dai risultati. Molte istituzioni sono attrezzate per supportare i cittadini in questi percorsi di cambiamento.
Impatto ambientale
Le persone consapevoli e ben informate tendono a fare scelte giuste, utili per loro e più in generale per la comunità.
Impatto sociale
La partecipazione è un segno di senso civico e di democrazia. L’impegno di ognuno contribuisce a costruire un’identità collettiva, un mondo più sano, equo e sicuro.
Vantaggi individuali
Fare le scelte giuste, per tempo e quando sono disponibili le risorse necessarie è il modo migliore per affrontare i prossimi anni, nei quali vedremo comunque profonde trasformazioni.
Orientiamo la spesa alimentare su prodotti da coltivazione biologica (anche semplicemente autocertificata se è possibile conoscere il produttore), locali, di stagione, a minor impatto ambientale ed energetico. In generale si dovrà accettare di pagare il cibo un po’ di più. Scegliere biologico oggi è abbastanza semplice (e poco più costoso dei prodotti non bio) ricorrendo al biologico industriale ormai reperibile in ogni supermercato. Altrettanto importante è scegliere i prodotti locali: così riduciamo i consumi per i trasporti e incentiviamo l’uso agricolo del suolo e l’economia locale. Preferiamo i prodotti di stagione perché quelli non di stagione hanno un costo energetico importante per il trasporto e/o per la conservazione; scegliere prodotti di stagione locali significa anche valorizzare le colture tradizionali e la varietà in agricoltura. Dobbiamo scegliere alimenti a minor impatto ambientale ed energetico, ciò significa ad esempio meno carne e prodotti ittici da allevamenti intensivi. Un prezzo più alto è quasi sempre pienamente giustificato: se vogliamo cibo sano e un ambiente vivibile dobbiamo investire di più nel cibo e meno nel “consumo”. Per una giusta scelta ci sono i gruppi d’acquisto solidale (GAS), negozi di prossimità, passaparola, rapporto con il luogo in cui si abita.
Impatto ambientale
L’industria agroalimentare ha un impatto enorme sull’ecosistema e le nostre scelte possono modificarla.
Impatto sociale
Modificare alimentazione significa ridurre l’inquinamento, la deforestazione, il consumo di energia e di suolo, l’uso di imballaggi. Cibo locale significa anche economia locale reale e cura del territorio.
Vantaggi individuali
Si guadagna in salute, spesso in bontà di ciò che si mangia. Da notare che i vantaggi per la salute vengono sia direttamente dal cibo, sia indirettamente dall’ambiente meno inquinato.
Quando compriamo un prodotto dobbiamo essere consapevoli che acquistiamo dei “rifiuti” differiti nel tempo: essere un “consumatore” significa produrre rifiuti. Dobbiamo essere orientati a consumare meno, nonché a scegliere prodotti che durino a lungo, che siano aggiustabili, con minor imballaggio possibile e che ci servano davvero. Questo è uno dei principi dell’economia circolare chiamato RRR (Riduci, Ricicla, Riusa). Gli esempi possono essere tantissimi: utilizzare l’acqua del rubinetto evita lo smaltimento di una grande quantità di bottiglie di plastica; evitare se possibile prodotti monouso; aggiustare gli oggetti; portare nei centri di raccolta beni ancora utilizzabili (giocattoli, vestiti, stoviglie…). Infine la frazione non riutilizzabile, destinata a diventare “rifiuto”, dev’essere vista ancora come una risorsa, la quale può essere valorizzata con la differenziazione dei materiali: carta, plastica, vetro, metalli, componenti elettriche ed elettroniche, eccetera, sono materiali riciclabili. Le discariche e gli inceneritori devono essere l’opzione finale per la più piccola parte possibile.
Impatto ambientale
Per produrre beni servono energia e materie prime. L’impatto di queste attività di produzione non si può recuperare completamente nemmeno con percorsi virtuosi di riciclaggio dei materiali: molti materiali raccolti in modo differenziato non sono realmente riciclabili.
Impatto sociale
Il riuso può essere una risorsa per le fasce sociali più deboli. Ci sono associazioni e centri di raccolta a cui fare riferimento che si impegnano. Se dove vivete non ce ne sono potreste essere proprio voi a creare un piccolo gruppo di vicinato per ragionare di questi cambiamenti.
Vantaggi individuali
Usare invece che “consumare” migliora la qualità dell’ambiente e della propria vita, nonché contribuisce a migliorare la qualità del futuro a breve e lungo termine, nostro e dei nostri figli.
Un altro aspetto particolarmente energivoro della nostra società è legato alla mobilità e qui ogni cittadino può contribuire in modo significativo, innanzitutto riducendo l’uso dell’auto privata (muovendosi a piedi, in bicicletta, coi mezzi pubblici) o ottimizzandone l’uso (car-pooling) o condividendo uso e proprietà del mezzo (car sharing). Non sempre è possibile e non sempre è facile eliminare l’auto o usarla meno, dipende da dove si abita, dove si lavora e dal tipo di vita che si conduce; tuttavia l’ostacolo più grande è l’abitudine. Sono cambiamenti che si fanno più facilmente in gruppo e con il supporto reciproco della comunità, della pubblica amministrazione, dei colleghi di lavori, della famiglia. Le grandi imprese hanno a volte dei “mobility manager”; i Comuni possono contribuire con una attenta pianificazione (modello 15minutes-cities) e potenziando le infrastrutture per la mobilità pubblica e la mobilità dolce (mezzi pubblici, piste riservate, bike-sharing, pedibus, bicibus).
Impatto ambientale
I motori a scoppio sono poco efficienti (l’80% dell’energia va sprecata) e molto inquinanti, hanno un impatto enorme sui consumi di energia e sulle emissioni inquinanti. L’uso del metano riduce solo di poco l’impatto ambientale. Le auto elettriche sono meno impattanti ma implicano comunque un grande consumo di risorse, è il concetto di mobilità personale che andrà completamente evoluto in nuovi modelli di mobilità collettiva o di mobilità dolce.
Impatto sociale
Cambiare i modelli di mobilità può significare cambiamenti sociali: cambiare la pianificazione urbana, cambiare modalità di lavoro, di istruzione pubblica, di tempo libero, eccetera.
Vantaggi individuali
L’automobile offre indubbi vantaggi, ma possederla comporta notevoli costi. In realtà già oggi in alcuni contesti le persone hanno rinunciato all’auto, come ad esempio nelle grandi città. Evidentemente è un modello sostenibile se le condizioni lo consentono.