Tag

Incentivi alle strutture turistiche grandi e piccole

Sono due gli incentivi di cui possono usufruire le strutture turistiche, uno nazionale ed uno regionale riservato agli alberghi diffusi:

Bonus Turismo

È stato subito ribattezzato “Bonus Turismo” ma il suo nome ufficiale è FRI-Tur, cioè Fondo rotativo imprese per il sostegno alle imprese e agli investimenti di sviluppo nel turismo e mira a potenziare le strutture ricettive soprattutto in ottica di digitalizzazione e sostenibilità ambientale.

Il Bonus Turismo può essere richiesto per interventi di:

  • riqualificazione energetica;
  • riqualificazione antisismica;
  • eliminazione delle barriere architettoniche;
  • manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, installazione di manufatti leggeri;
  • realizzazione di piscine termali (solo per gli stabilimenti termali);
  • digitalizzazione;
  • acquisto o rinnovo di arredi.

Il 50% del fondo FRI-Tur è destinato agli interventi di riqualificazione energetica.

Due le forme di incentivo richiedibili:

  1. contributo diretto, pari al 35% delle spese ammissibili;
  2. finanziamento agevolato, con tasso nominale annuo pari allo 0,5% e durata compresa tra 4 e 15 anni (a cui abbinare un finanziamento bancario a tasso di mercato).

Contributi FVG per l’albergo diffuso

La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha previsto la concessione di contributi per la ristrutturazione e l’ammodernamento delle unità immobiliari situate nei territori montani da collocare o mantenere nell’ambito della gestione degli alberghi diffusi. I proprietari potranno ricevere da 10 a 20 mila euro per unità immobiliare da vincolare per 10 anni alla destinazione di albergo diffuso.

Sono ammissibili i costi sostenuti per lavori di ampliamento, di ristrutturazione, di ammodernamento e di straordinaria manutenzione, oltre che per l’acquisto di arredi, attrezzature ed elettrodomestici da collocare nelle unità immobiliari.
Le domande vanno presentate dal 15 maggio 2023 e prima dell’avvio degli interventi di recupero.

Per maggiori dettagli: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Contributi alle unità immobiliari situate nei territori montani da collocare nell’ambito della gestione degli alberghi diffusi

Tag

Ridurre il consumo di calore

Questo è il terzo consiglio della nostra guida alle azioni virtuose:

3. RIDURRE IL CONSUMO DI CALORE
Efficacia:7
Impegno:modesto (riduzione del livello di comfort)
Costo:nessuno
Di cosa si tratta  Ridurre la temperatura del riscaldamento a 19°C, regolando il termostato principale e le termovalvole dei radiatori, è un’operazione semplice alla portata di tutti, ma che può portare un significativo risultato. Similmente possiamo impostare una adeguata temperatura anche per l’acqua calda sanitaria. Un’altra azione che causa un maggior consumo di calore è il necessario ricambio d’aria dei locali. In realtà per questa operazione basta aprire le finestre per pochi minuti: la differenza di temperatura tra interno ed esterno induce un moto convettivo dell’aria e più è alta la differenza, più è rapido il movimento dell’aria. Tenere aperte le finestre per tempi più lunghi non aumenta il ricambio d’aria, ma causa il raffreddamento delle masse, come muri e solai, riducendo l’inerzia termica della casa.  
Impatto ambientale  Questa azione riduce sensibilmente l’energia necessaria a scaldare l’abitazione o l’ufficio, abbattendo le emissioni in atmosfera. I sistemi di riscaldamento domestici e degli uffici hanno infatti un impatto molto grande sull’atmosfera. Mediamente si stima che un 40% delle emissioni nocive e che alterano il clima siano prodotte proprio dai nostri impianti di riscaldamento. Anche un solo grado di riduzione produce un importante abbattimento dei consumi.  
Impatto sociale  Oltre a combattere il Riscaldamento Globale, si riducono anche le polveri sottili che sono uno degli inquinanti più dannosi e pericolosi per la salute pubblica. L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) le considera una delle principali cause dello sviluppo del cancro al polmone e sono sospettate di essere state un fattore aggravante nella pandemia Covid19. Si riduce inoltre l’uso di energia fossile e dunque la dipendenza energetica da altri stati.  
Vantaggi individuali  Il risparmio economico in bolletta sarà evidente. Ovviamente vantaggi decisamente maggiori si possono ottenere con interventi di efficientamento energetico del fabbricato, ma nell’impossibilità tecnica o economica, questa è la prima azione da mettere in pratica.  

Leggi le premesse alla guida

Tag

Analizzare e ridurre il consumo elettrico

Ecco il secondo consiglio del nostro decalogo di azioni virtuose:

2. ANALIZZARE E RIDURRE IL CONSUMO ELETTRICO
Efficacia:8
Impegno:medio
Costo:modesto
Di cosa si tratta  L’obiettivo è scoprire nel dettaglio il nostro consumo di energia elettrica: quanta, quando e come. Già la sola consapevolezza dei propri consumi può portare a risparmi anche superiori al 20%. Per analizzare i consumi si può installare uno “Smart Meter”, un piccolo apparecchio che legge e mostra i consumi in tempo reale. Forse ne abbiamo già uno in casa: i nuovi contatori sono degli smart-meters; essi ci danno solo alcune informazioni, come ad esempio il consumo nelle diverse fasce orarie, riservando maggiori dettagli al fornitore. Installare un nostro smart-meter ci consente di verificare i consumi mensili, giornalieri, orari, istantanei, ed in più può dialogare con gli eventuali elettrodomestici “intelligenti”. In alternativa si può anche prendere nota dei consumi manualmente facendo letture regolari del contatore; esistono inoltre delle “prese intelligenti” programmabili che fungono da misuratori di consumo sulla singola presa; con questi dispositivi si possono monitorare i consumi di singoli elettrodomestici.  
Impatto ambientale  La consapevolezza di quanto siamo energivori e di quali sono le “cattive abitudini” che ci fanno sprecare energia inutilmente ci aiuteranno a capire come agire efficacemente. Staremo più attenti ai consumi, cambieremo abitudini e daremo all’ambiente un piccolo contributo in termini di minor consumo di risorse ed emissioni.  
Impatto sociale  Consumare meno e consumare rinnovabile sono presupposti imprescindibili per raggiungere l’obiettivo zero emissioni. Dunque la consapevolezza è fondamentale per realizzare una società meno energivora.  
Vantaggi individuali  Con la consapevolezza dei consumi e con comportamenti più virtuosi, consumeremo meno energia e avremo delle bollette meno care.

Leggi le premesse alla guida

Tag

Cambiare energia

Ispirandoci alla guida dell’ANCI Emilia-Romagna (“Energia: dieci consigli per cambiare strada”, anno 2020), abbiamo realizzato una guida alle azioni quotidiane per migliorare il proprio impatto ambientale, per ridurre i propri consumi energetici e dunque risparmiare sulle bollette e per migliorare la qualità della vita nostra e degli altri.

La guida è pensata come un breve decalogo di azioni virtuose e ne pubblichiamo una a settimana:

1. CAMBIARE ENERGIA
Efficacia:10
Impegno:poco
Costo:modesto
Di cosa si tratta  Possiamo modificare il contratto di fornitura di energia elettrica passando alla fornitura di energia da fonte rinnovabile, certificata GO. Questa sigla significa Garanzia di Origine ed è una certificazione rilasciata dal GSE che attesta l’origine rinnovabile delle fonti utilizzate. Si può chiedere all’attuale fornitore di modificare il contratto di fornitura oppure si può cambiare fornitore se questo offre una soluzione più ecologica e/o economica. Passare all’energia green non richiede alcun intervento sull’impianto elettrico, dunque il costo dell’operazione dipende solo dalla differenza di prezzo tra energia elettrica rinnovabile e non rinnovabile.  
Impatto ambientale  La nostra scelta contribuisce ad accelerare la transizione verso l’uso di energia a basso impatto sull’ambiente e una rapida diminuzione delle emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti che alterano il clima e creano gravi danni alla salute e all’ambiente (come le polveri sottili).  
Impatto sociale  Con la nostra azione contribuiamo a modificare il mercato dell’energia elettrica spostando la produzione verso le fonti rinnovabili e a basso impatto ambientale. La nostra scelta potrà anche essere d’esempio per altri: più utenti richiederanno energia certificata GO, più i produttori saranno motivati a cambiare le modalità di produzione.  
Vantaggi individuali  Non c’è un vantaggio economico, ma una soddisfazione morale; il valore è nella personale gratificazione di ridurre quasi a zero le proprie emissioni derivanti dall’uso dell’energia elettrica.  

Leggi le premesse alla guida

Tag

Guida per cittadini alla transizione energetica ed ecologica

Abbiamo realizzato una guida ispirata a quella dell’ANCI Emilia-Romagna (“Energia: dieci consigli per cambiare strada”, guida di ANCI Emilia-Romagna, anno 2020), la quale è qui ampliata ed aggiornata. Si tratta di un decalogo di azioni virtuose rivolto a tutte le persone come guida nelle azioni quotidiane per migliorare il proprio impatto ambientale, per ridurre i propri consumi energetici e dunque risparmiare sulle bollette, nonché per migliorare la qualità della vita nostra e degli altri.

I consigli verranno pubblicati settimanalmente, ma partiamo dalle premesse:

ECOSOSTENIBILITÀ E OBIETTIVI AMBIENTALI

Il Regolamento UE 2020/852 ha introdotto la tassonomia delle attività economiche ecocompatibili, che consiste in una classificazione delle attività che possono essere considerate sostenibili in base agli obiettivi ambientali dell’Unione Europea. Questo documento definisce tanti argomenti che sono centrali per questa sintetica guida. Ecco un estratto dal regolamento:

Un’attività economica/azione è considerata ecosostenibile se:

  1. contribuisce in modo sostanziale al raggiungimento di uno o più degli obiettivi ambientali;
  2. non arreca un danno significativo a nessuno degli obiettivi ambientali (principio DNSH, Do No Significant Harm).

Gli obiettivi ambientali previsti dal regolamento sono:

  1. la mitigazione dei cambiamenti climatici;
  2. l’adattamento ai cambiamenti climatici;
  3. l’uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine;
  4. la transizione verso un’economia circolare;
  5. la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento;
  6. la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

ECONOMIA CIRCOLARE

È un sistema economico in cui il valore di prodotti, materiali e altre risorse è mantenuto il più a lungo possibile, migliorandone l’uso, la produzione ed il consumo, al fine di minimizzare l’impatto ambientale e la produzione di rifiuti e sostanze pericolose.

Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation (punto di riferimento internazionale) l’economia circolare “è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.”

L’economia circolare è dunque un sistema pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi, e dove i rifiuti diventano risorse.

Tornando al Regolamento UE 2020/852, ogni azione/attività economica contribuisce alla transizione verso un’economia circolare se:

  1. utilizza in modo più efficiente le risorse naturali, compresi i materiali a base biologica di origine sostenibile e altre materie prime, nella produzione, anche con la riduzione dell’uso di materie prime primarie, con l’aumento dell’uso di sottoprodotti e materie prime secondarie, con misure di efficienza energetica;
  2. aumenta la durabilità, la riparabilità, la possibilità di miglioramento o della riutilizzabilità dei prodotti, in particolare nelle attività di progettazione e di fabbricazione;
  3. aumenta la riciclabilità dei prodotti, compresa la riciclabilità dei singoli materiali contenuti, anche sostituendo o riducendo l’impiego di prodotti e materiali non riciclabili, in particolare nelle attività di progettazione e di fabbricazione;
  4. riduce in misura sostanziale il contenuto di sostanze pericolose nei prodotti, nei materiali e per tutto il ciclo di vita, anche sostituendole con alternative più sicure e assicurando la tracciabilità dei prodotti;
  5. prolunga l’uso dei prodotti, anche attraverso il riutilizzo, la progettazione per la longevità, il cambio di destinazione, lo smontaggio, la rifabbricazione, la possibilità di miglioramento e la riparazione, e la condivisione dei prodotti;
  6. aumenta l’uso di materie prime secondarie e il miglioramento della loro qualità, anche attraverso un riciclaggio di alta qualità dei rifiuti;
  7. previene o riduce la produzione di rifiuti;
  8. aumenta la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti;
  9. potenzia le infrastrutture di gestione dei rifiuti necessarie per la prevenzione, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio, così che i rifiuti siano riciclati nella produzione come apporto di materie prime secondarie, evitando così il downcycling;
  10. riduce al minimo l’incenerimento dei rifiuti e lo smaltimento in discarica o processi simili;
  11. evita e riduce la dispersione di rifiuti.

EMERGENZA CLIMA

L’emergenza climatica è evidente e sempre più pressante; le temperature medie sono aumentate in modo irreversibile, con conseguenze sui fenomeni metereologici, problemi di disponibilità di acqua, alterazioni nelle attività umane (ad esempio nelle colture agricole, isole di calore urbane, emergenze per carenza d’acqua e per bombe d’acqua e così via).

Servono strategie con una visione globale, ma questo non può essere un alibi per omettere le azioni individuali che ognuno di noi può e deve fare.

Ormai non si parla solo di azioni che contrastino il cambiamento climatico, ma anche di azioni di adattamento (resilienza) ad un clima ormai in fase di trasformazione sulla quale non c’è controllo. Si parla di:

  • mitigazione dei cambiamenti climatici, ovvero il processo di mantenere l’aumento della temperatura media mondiale al di sotto di 2°C e successivamente ridurre al limite di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, come stabilito dall’accordo di Parigi; ciò nell’immediato si traduce nel ridurre drasticamente le emissioni di gas serra;
  • adattamento ai cambiamenti climatici, ovvero il processo di adeguamento delle attività umane ai cambiamenti climatici (attuali e prevedibili) e ai loro effetti.

L’uomo deve radicalmente modificare i modelli sociali ed economici, ed anche modificare le azioni quotidiane, le abitudini; dunque deve cambiare la mentalità.

È una grande sfida, ma anche una grande opportunità per modificare i nostri modelli di sviluppo eliminandone i difetti. I modelli di sviluppo fondati sul consumo sempre crescente sono quelli che causano il cambiamento climatico, e sono sostanzialmente gli stessi che portano a forti squilibri, alla crisi economica (con accentuazione degli squilibri sociali), crisi energetica (con guerre e tensioni internazionali per gli accaparramenti di risorse ed energie).

Sgombriamo i soliti luoghi comuni:

È un problema che riguarda le future generazioni.FALSO! Stiamo vivendo un processo di cambiamento climatico causato dalle attività umane ed ormai fuori dal nostro controllo (se non a lungo termine). Siamo in ritardo, ogni azione è urgentissima.
Non sappiamo se è davvero colpa dell’uomo.  FALSO! un modello di sviluppo basato sulla crescita di consumo di energia e risorse è la causa di squilibri ambientali e inquinamento climalterante.
Io non posso farci molto.FALSO! Ogni azione, anche piccola, è fondamentale e indispensabile; non cerchiamo degli alibi.

ENERGIA E TRANSIZIONE ENERGETICA

Energia ed economia sono collegate in modo indissolubile e permanente, a costituire un modello economico basato sul consumo; significa che per fare crescere l’economia occorre sempre più energia. Più persone si fanno entrare in questo modello, più energia e risorse saranno necessarie per sostenerlo.

I combustibili fossili (carbone, petrolio, gas) sono stati la leva di questo modello economico di sviluppo: abbiamo attinto dal sottosuolo una quantità immensa di energia che ci ha consentito una continua crescita.

Questa continua crescita economica ha generato un costo ambientale via via crescente ed oggi (anzi già da un po’ di tempo) è arrivato il conto: tutte queste risorse che erano stoccate nel sottosuolo ora sono state trasformate in sostanze climalteranti e liberate nella biosfera e in atmosfera. Ecco il conto: la crescita economica (che a dirla tutta è ascrivibile solo ad alcuni paesi “sviluppati”) ha modificato la composizione dell’atmosfera terrestre e provoca il riscaldamento globale avviando un processo che sta rendendo il pianeta inabitabile per l’uomo ed altre specie viventi.

È necessario modificare profondamente il modello economico. Non si tratta semplicemente di tornare indietro, ma di cambiare proprio paradigma passando ad un modello di sviluppo che ponga come primo obiettivo l’equilibrio tra uomo e ambiente e solo a seguire altri obiettivi, tra i quali l’approvvigionamento di energia e il suo utilizzo: dobbiamo vivere consumando molta meno energia e producendoda fonte rinnovabile quella poca energia necessaria. Infine si dovrà trovare il modo per catturare le sostanze inquinanti che abbiamo incautamente liberato e rimetterle nel sottosuolo.

Sgombriamo i soliti luoghi comuni:

Basta sostituire petrolio, carbone e gas con le rinnovabili.  FALSO! La transizione verso fonti rinnovabili è giusta, ma non sufficiente. Si deve ridurre drasticamente il consumo energetico.
L’importante è far girare l’economia, il sistema troverà nuovi equilibri con nuove forme di energia.FALSO! Si deve cambiare l’economia, questo modelli a crescita continua non è ulteriormente sostenibile perché le risorse energetiche, come pure aria e acqua, non sono infinite.
Usare meno energia significa tornare indietro.FALSO! Il cambiamento va verso un mondo più sano, equo e sicuro; e questo è un miglioramento. Oltretutto essere meno energivori è una opzione indispensabile ed improcrastinabile.

CONSAPEVOLEZZA E AZIONE

Di primo acchito si potrebbe pensare che in generale di fronte a grandi problemi le azioni dei singoli non possano avere risultati significativi. Ciò è vero se le azioni non sono efficaci, ovvero non sono corrette rispetto al problema da affrontare. Viceversa se l’azione è corretta ed efficace per affrontare il grande problema, essa darà un piccolo contributo, che però diventerà significativo se sommato agli altri contributi piccoli e grandi.

Finora di fronte ai problemi emergenti (siano ambientali o sociali) si è sprecato tantissimo tempo ed energie facendo poco e male, con risultati scarsi e talvolta anche peggiorativi. Il nostro modello sociale-economico riesce spesso a generare soluzioni false, il cosiddetto green-washing, ovvero soluzioni che dovrebbero ridurre emissioni e consumi, ma che invece non lo fanno, o lo fanno in modo insignificante, o addirittura hanno effetto opposto.

Perciò è importante per ogni individuo capire i problemi, capire come agire efficacemente, senza sprecare tempo, risorse ed energie, con azioni che portino benefici a noi, alla società, ma anche all’intero ecosistema, imprescindibile per la nostra sopravvivenza.

Al motto “consapevolezza e azione” forse si potrebbe aggiungere “azione collettiva” intesa sia come partecipazione, sia come condivisione.

La partecipazione è un segno di senso civico e di democrazia, rafforza la coesione sociale, l’inclusione, contrasta la povertà e il degrado sociale.

La condivisione è un termine che troviamo anche tra i principi dell’economia circolare: lo sharing economy, ovvero la condivisione di beni e servizi (car-sharing, bike-sharing, internet, attrezzature…). È un approccio vincente e sinonimo di efficienza quando si parla ad esempio di riscaldamento (teleriscaldamento, impianti centralizzati), di energia elettrica (CER AUC).

Sgombriamo i soliti luoghi comuni:

Le nostre azioni non contano niente.FALSO! Se capisco bene come agire le mie azioni contano.
Non vogliamo rinunciare a niente, semmai avere di più.FALSO! Molto spesso, quelle che sembrano rinunce diventano vantaggi (per chi è curioso suggeriamo di cercare il paradosso di Easterlin, o paradosso della felicità).
Per fare qualcosa di significativo bisogna avere risorse.FALSO! Tutti possono fare qualcosa di significativo e vantaggioso per sè e per gli altri.

Infografica detrazioni fiscali 2023

È stato pubblicato il poster riepilogativo delle detrazioni fiscali per abitazioni, condomini ed edifici non residenziali, aggiornato al 2023, a cura di ENEA – Dipartimento Unità per l’efficienza energetica.

Per ognuna delle misure di incentivazione vengono riportate la percentuale di detrazione applicabile, il limite di spesa, la tipologia di bonus, chi può usufruirne, l’elenco degli interventi ammissibili.

Lo potete scaricare a questo link

Tag, , ,

Stop alla cessione dei crediti

Per i nuovi interventi edilizi non sarà più possibile ricorrere alla cessione del credito o allo sconto in fattura. 

Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri, approvando lo scorso 16 febbraio un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di cessione di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali. Il decreto riguarda le spese per gli interventi in materia di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica e Superbonus 110%, misure antisismiche, facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e barriere architettoniche.

Con lo stesso decreto, è stato sancito anche il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi.

Questo significa che d’ora in poi, per gli interventi che non sono ancora stati avviati, resta solo la strada della detrazione d’imposta.

Tag,

Fotovoltaico sul condominio

È possibile realizzare un impianto fotovoltaico ad uso esclusivo su parti comuni di un condomino senza richiedere autorizzazioni all’assemblea condominiale e senza pratiche edilizie. Lo stabilisce il Codice Civile, rafforzato da specifiche sentenze e da quanto previsto dal decreto 17/2022.

La possibilità di realizzare tale intervento senza pratiche edilizie è riconducibile alla semplificazione procedurale introdotta dall’art.9 del DL.17/2022.

La non necessaria autorizzazione del condominio deriva da una recente sentenza della Corte di Cassazione (sentenza 1337 del 2023) la quale in sintesi afferma che il condòmino può realizzare il proprio impianto fotovoltaico ad uso esclusivo sulle parti comuni dell’edificio senza richiedere l’autorizzazione all’assemblea dei condòmini, purché:
• non precluda l’accesso alle unità immobiliari di proprietà individuale;
• rispetti eventuali prescrizioni del regolamento di condominio (o altri atti) relative alle diverse
forme di utilizzo o alle ripartizioni dell’uso del lastrico solare e delle altre superfici comuni;
• nel caso che per l’installazione si rendessero necessarie modifiche delle parti comuni, ne dia comunicazione all’amministratore indicando il contenuto specifico e le modalità di esecuzione degli
interventi. In questo contesto l’assemblea può prescrivere adeguamenti per l’esecuzione delle opere o imporre cautele a salvaguardia della stabilità, della sicurezza o del decoro architettonico dell’edificio. L’assemblea può altresì subordinare l’esecuzione alla prestazione di idonea garanzia per i danni eventuali.

Tag, ,

Energia dal sole con i contributi regionali

La Regione FVG sta per rendere operativo l’incentivo annunciato lo scorso novembre 2022: un contributo regionale, cumulabile con le detrazioni fiscali ordinarie dello Stato, per gli interventi di installazione di impianti fotovoltaici, solare termico e accumulatori di energia elettrica.

Il contributo è l’oggetto del disegno di legge n. 188 “incentivi per la diffusione di fonti energetiche rinnovabili”, presentato il 19 dicembre scorso, approvato il 2 febbraio 2023 dal Consiglio regionale. Sono stati pubblicati il 10 febbraio i bandi per presentare la domanda di incentivo: https://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/famiglia-casa/casa/FOGLIA23/

Chi volesse approfondire l’esame dell’iter di questa legge sono consultabili tutti i documenti (disegno di legge, relazioni, verbali ed emendamenti) sul sito del Consiglio regionale al seguente indirizzo: https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/IterLeggi/IterLeggiDettaglio.aspx?Leg=5&ID=1950

Vediamo in sintesi i punti salienti della legge.

Sono ammessi gli interventi di seguito descritti realizzati a servizio di unità immobiliari a uso residenziale situati nel territorio regionale. Nella versione aggiornata con gli ultimi emendamenti è stato abrogato il comma che escludeva gli interventi realizzati nelle nuove costruzioni e negli edifici sottoposti a ristrutturazione rilevante, che pertanto l’emendamento ammette all’incentivo.

Gli interventi ammessi all’incentivo, considerati distintamente, sono i seguenti: acquisto e installazione di impianto fotovoltaico, acquisto e installazione di impianto di accumulo di energia elettrica, acquisto e installazione di impianto solare termico.

I beneficiari sono le persone fisiche residenti nel Friuli Venezia Giulia, i condomìni, le parrocchie o gli enti ecclesiastici di altre religioni riconosciute dallo Stato, situati in regione. Possono accedere all’incentivo le persone fisiche proprietarie o titolari di diritti reali e personali di godimento.

Gli incentivi sono concessi con procedimento “a sportello”, ovvero secondo ordine cronologico di presentazione delle domande, on line attraverso il sistema “ISTANZE ON LINE” a partire dalle ore 9.00 di mercoledì 22 febbraio 2023 e fino alle ore 17.00 di martedì 15 novembre 2023. Le domande si possono presentare solo dopo la realizzazione degli interventi e per le spese sostenute a partire dal 1° novembre 2022.

Domanda. Ogni beneficiario può presentare domanda per una sola unità immobiliare. Per i condomìni la domanda è presentata dall’Amministratore del condominio. Per ciascuna parrocchia o ente religioso la domanda è presentata dal legale rappresentante, relativamente ad una sola unità immobiliare ad uso residenziale.

Per la stessa unità immobiliare è ammessa una sola domanda per ciascun tipo di intervento previsto; quindi al massimo un soggetto può chiedere tre distinti incentivi, per fotovoltaico, accumulo e solare termico, per una unità immobiliare.

Cumulabilità. Gli incentivi sono cumulabili con i bonus ordinari, col limite di non superare cumulativamente la spesa complessivamente sostenuta per l’intervento. Saranno inoltre disposte nei bandi indicazioni per gli importi massimi ammessi. Gli incentivi non sono cumulabili con il Superbonus, né con il contributo regionale per le batterie di accumulo del 2020 (LR13/2019, art. 5, c.25-27).

Tag, ,

Contributi alle PMI per l’energia da fonti rinnovabili

La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha aperto il bando per erogare alle PMI contributi per la produzione e l’autoconsumo di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, con un plafond a disposizione di 55 milioni di euro.

Si tratta di un incentivo già annunciato e atteso da mesi; il 6 febbraio 2023 la Regione ha pubblicato il bando per i finanziamenti a fondo perduto per incentivare l’utilizzo delle energie rinnovabili nelle imprese. Le domande si possono presentare dal 15 febbraio al 15 giugno 2023.

Tutta la documentazione e il bando sono disponibili nella specifica pagina dedicata all’interno del sito web della Regione:

https://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/economia-imprese/industria/FOGLIA17/

Qui di seguito facciamo una breve sintesi del contributo in oggetto, rimandando al bando ufficiale per l’insieme completo delle regole.

BENEFICIARI

I finanziamenti sono destinati alle PMI in regione, appartenenti ai settori del manifatturiero, commercio, servizi di alloggio e ristorazione, trasporto e magazzinaggio, attività professionali, scientifiche e tecniche, attività di noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese, attività sportive, intrattenimento e divertimento e altre attività di servizi (vedere dettagli nel bando).

Sono ammesse le imprese a forte consumo energivoro, come elencate nell’allegato F del bando, ritenute particolarmente penalizzate a causa della crisi energetica; sono inoltre ammesse anche le altre imprese non incluse nell’elenco se conseguentemente al conflitto russo-ucraino hanno subito, direttamente o indirettamente, almeno uno dei seguenti effetti:

1) rincaro dei costi di energia e dei carburanti;

2) difficoltà di approvvigionamento e/o rincaro dei costi delle materie prime;

3) contrazione della domanda e/o interruzione di contratti e progetti esistenti;

4) mancata disponibilità o insostenibilità economica di altri fattori produttivi.

È richiesta un’adeguata capacità economico-finanziaria per la realizzazione del progetto (definita in allegato al bando come rapporto tra il costo da sostenere e fatturato o capitale netto dell’impresa).

PROGETTI AMMISSIBILI

Sono ammessi i progetti sia di nuovi impianti che di potenziamento di impianti esistenti, da installare esclusivamente in copertura, finalizzati alla produzione e all’autoconsumo di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, di potenza nominale non superiore a 1000 kWp, comprendenti l’acquisto ed installazione di almeno uno dei due impianti: fotovoltaico o solare termico; contestualmente sono inoltre ammessi i seguenti sistemi strettamente connessi agli impianti precedenti: sistemi di accumulo di energia prodotta, sistemi di monitoraggio e gestione dell’energia funzionali alla riduzione dell’impronta energetica.

L’impianto ammesso avrà produzione massima ammissibile pari al fabbisogno energetico (autoconsumo) con una tolleranza al massimo del 15% in più.

Sono inoltre stabiliti dei criteri di valutazione e i progetti dovranno ottenere un punteggio minimo per l’ammissione (vedere allegato D del bando).

SPESE AMMISSIBILI

Sono ammesse le spese sostenute a decorrere dal 24 novembre 2022, fermo restando che il progetto non può essere materialmente completato prima della presentazione della domanda.

Sono ammesse le spese strettamente funzionali all’opera; sono compresi gli impianti, le relative opere edili ed impiantistiche ed oneri di sicurezza, hardware e software necessari al funzionamento dei sistemi di monitoraggio, servizi tecnici di progettazione, direzione lavori e collaudi.

Per fornitura ed installazione di accumuli, comprese le relative spese accessorie, è posto il limite di 1.000€/kWh. Per il fotovoltaico il limite è di 1.800€/kWp.

SPESE NON AMMESSE

Tra le altre, non sono ammesse spese per la mera sostituzione di impianti esistenti, per la rimozione di amianto, per lavori in economia, per fatture non integralmente pagate.

LIMITE DI SPESA, DI CONTRIBUTO, INCENTIVI %

Il limite minimo di spesa ammissibile è di 25mila euro, l’importo massimo di contributo per ciascuna impresa è di 250mila euro. L’incentivo riconosciuto alle piccole imprese è pari al 50% delle spese ammissibili sostenute; per le medie imprese tale incentivo vale il 40%.

DURATA

Il progetto dev’essere avviato non prima del 24/11/2022 e deve concludersi (fine lavori e saldo ultimo pagamento) entro 15 mesi dalla concessione del contributo (termine prorogabile al massimo per 3 mesi).

PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE E CONCESSIONE DEGLI INCENTIVI

Le imprese presentano una sola domanda che riguarderà un unico progetto (il quale potrà comprendere uno o più impianti) da realizzare in un’unica sede o unità locale. La domanda sarà presentabile esclusivamente con sistema online dedicato, che avrà un link di accesso nella pagina web già indicata.

Nella pagina web sono disponibili anche i fac-simile per la documentazione prevista da allegare alla domanda.

I termini di presentazione delle domande sono dal 15.02.2023 ore 10.00 al 15.06.2023 ore 16.00.

I contributi sono concessi entro 120 giorni dalla data di presentazione della domanda, con procedimento valutativo a sportello secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande che soddisfino i criteri di valutazione previsti dal bando (punteggio minimo 12 punti), fino ad esaurimento delle risorse disponibili.

Le domande non finanziate entro il 31.12.2023 sono definitivamente escluse.

OBBLIGHI E VINCOLI DEI BENEFICIARI

I beneficiari sono tenuti a realizzare gli impianti conformemente ai progetti approvati sia sotto l’aspetto tecnico, sia relativamente alle spese ammesse, comunicando nei termini precisati dal bando le eventuali necessarie variazioni che saranno valutate ed eventualmente approvate (le variazioni non determineranno in alcun caso l’aumento del contributo). Inoltre l’attività d’impresa oggetto di finanziamento non deve cessare o essere rilocalizzata al di fuori del territorio regionale per 3 anni a decorrere dal pagamento finale al beneficiario.